Brogli alle elezioni di Cassino,
chiusa l'inchiesta: chiesto
il processo per tre persone

Brogli alle elezioni di Cassino, chiusa l'inchiesta: chiesto il processo per tre persone
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 15 Marzo 2018, 15:29
Presunti brogli alle elezioni amministrativa del 2016 a Cassino: la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per i tre indagati. Si tratta del presidente del seggio numero 30, Vincenzo Nacca; della segretaria Costanza Distaso e dell’ex assessore alla Polizia locale Igor Fonte. 
Ai tre viene contestato il reato di falso elettorale. I due componenti del seggio (ossia il numero 30 allestito nella frazione Sant’Angelo) in sostanza avrebbero falsificato i registri per attribuire voti all’ex assessore Fonte, facendo risultare votanti persone che, però, quel giorno non si sono recati alle urne, perché all’esterno o a lavoro, o semplicemente perché per scelta.
L’udienza dinanzi al Gup del Tribunale è stata fissata per l’8 maggio.

GLI ACCERTAMENTI
L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri e coordinata dal sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi. Il falso viene contestato, in maniera diretta, al presidente e alla segretaria del seggio, in concorso materiale, mentre l’ex assessore avrebbe agito in concorso morale perché sarebbe stato il beneficiario del presunto sistema di brogli messo in piedi alla tornata elettorale del 5 giugno 2016 , nel seggio numero 30.
Un sistema di falsificazione che, per la Procura, avrebbe fatto guadagnare una decina di voti al candidato Fonte.
Per l’accusa, infatti, il numero esatto dei voti illeciti doveva essere 30, poi è sceso a 10. 

IL SISTEMA
Il presunto sistema, che ruota attorno al registro degli elettori e al registro delle schede elettorali, era il seguente: il presidente del seggio numero 30, nel corso della giornata di voto, il 5 giugno 2016, accanto a una trentina di nominativi, per lo più persone che il giorno delle elezioni erano all’estero, avrebbe apposto sul registro delle liste sezionali, vale a dire dove c’è l’elenco degli elettori e la relativa spaziatura riservata all’identificazione dell’elettore, la sigla: conoscenza diretta.
Sul registro delle tessere elettorali, invece, sarebbe stato annottato un numero di scheda inventato.  Ciò, stando all’ipotesi della Procura, gli avrebbe permesso di inserire, poi, le schede a favore di Igor Fonte candidato (non eletto) alle elezioni amministrative del giugno 2016. 

L’INTOPPO
Ma sarebbe sopraggiunto un intoppo, perchè nel corso del pomeriggio del 5 giugno una ventina di elettori, già identificati con la sigla “conoscenza diretta” si sarebbero presentati nel seggio 30 per votare. A quel punto sarebbero arrivate le correzioni sui registri per permettere agli aventi diritto di votare regolarmente, cosa che è avvenuta.
A seggio chiuso, dunque, solo 10 schede, attribuite a votanti fantasma, sarebbero state inserite nell’urna. Schede che i carabinieri nel corso delle indagini hanno recuperato perchè avrebbero la stessa grafia.
Queste le accuse, ma tutti gli indagati hanno sempre respinto le accuse e assistiti dagli avvocati Benedetto Valerio, Antonio Rauzzino per Vincenzo Nacca, Antonio Fraioli per Costanza Distaso, Gianluca Ciaraldi per l’ex assessore Fonte, preparano le difese da portare dinanzi al Gup il prossimo 8 maggio. Non resta che attendere l’udienza preliminare per capire se ci sarà il processo o il decreto di non luogo a procedere.
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