LE ACCUSE
«Tutti in concorso tra loro – si legge nell’avviso di conclusione delle indagini - con artifizi e raggiri consistiti nel commettere frode nell’esecuzione dei contratti di fornitura di prodotti monouso». Secondo il sostituto procuratore Rita Caracuzzo la truffa sarebbe stata messa in atto attraverso l’omissione di uno zero nella cifra decimale. In questo modo il prezzo è lievitato dieci volte tanto.
Viene contestato, ad esempio, il pagamento per la fornitura di bicchieri di plastica. Il prezzo fissato nell’appalto era di 0,008 euro. Alla ditta appaltatrice, però, come attestano ordinativi e fatture firmati dai dirigenti, i bicchieri venivano pagati ad un prezzo pari a 0,08. Uno zero in meno appunto che ha comportato una spesa dieci volte superiore.
La Procura sottolinea che i dirigenti apponevano sulle fatture da liquidare il timbro con la seguente dicitura: «Si attesta la regolare esecuzione della fornitura dei beni richiesti e la relativa presa in carico come riportato nella bolla di consegna e la corrispondenza del prezzo».
IL PRESUNTO DANNO
Nel caso di bicchieri di plastica il presunto profitto ingiusto procurato alla ditta appaltatrice è stato quantificato in circa 89mila euro tra il 2010 e il 2014. Contestata anche la fornitura di tovaglioli di carta pagati sempre alla Euroservice 0,095 euro l’uno, sempre con un zero in meno nella cifra decimale. Il profitto ritenuto ingiusto dalla Procura è pari a circa 159mila euro tra il 2012 e il 2014.
La Procura ha riconosciuto l’attenuante perché la Euroservice, nel caso dei bicchieri, ha restituito parte del danno dopo la costituzione in mora della Asl avvenuta nel 2015.
Dopo la chiusura delle indagini preliminari, il sostituto procuratore Rita Caracuzzo, trascorsi i termini di legge che dà la possibilità agli indagati di farsi interrogare o presentare memorie, valuterà la richiesta di rinvio a giudizio. Tutti e sei gli indagati sono rappresentati d’ufficio dall’avvocato Luca Solli del foro di Frosinone.
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