Asl Frosinone, truffa con i prodotti
monouso: indagati tre dirigenti
sanitari e due imprenditori ciociari

Asl Frosinone, truffa con i prodotti monouso: indagati tre dirigenti sanitari e due imprenditori ciociari
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Domenica 17 Dicembre 2017, 20:38
È bastato uno zero in meno a far lievitare i costi per la fornitura di prodotti monouso e secondo la Procura non si sarebbe trattato di un errore di trascrizione, ma di una omissione voluta per avvantaggiare la ditta appaltatrice, in danno dell’ Asl di Frosinone. Per tale motivo cinque persone a vario titolo sono state iscritte sul registro degli indagati per i reati di truffa, falso e frode nelle pubbliche forniture. Si tratta di Luciano Scaccia, ex economo della Asl di Frosinone (in servizio fino al 2014; Alessandro Poletta direttore amministrativo del Polo Ospedaliero B (quello che fa capo a Frosinone) dal 2011 ad oggi; Alfonso Catracchia direttore amministrativo del Polo Ospedaliero B in servizio dal febbraio del 2011 ad oggi; Romolo Taglienti amministratore unico della società “Euroservice” srl di Monte San Giovanni Campano e Valerio Raponi in qualità di amministratore di fatto della stessa società e che aveva poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione dal 16.11.2009.

LE ACCUSE
«Tutti in concorso tra loro – si legge nell’avviso di conclusione delle indagini - con artifizi e raggiri consistiti nel commettere frode nell’esecuzione dei contratti di fornitura di prodotti monouso». Secondo il sostituto procuratore Rita Caracuzzo la truffa sarebbe stata messa in atto attraverso l’omissione di uno zero nella cifra decimale. In questo modo il prezzo è lievitato dieci volte tanto.
Viene contestato, ad esempio, il pagamento per la fornitura di bicchieri di plastica. Il prezzo fissato nell’appalto era di 0,008 euro. Alla ditta appaltatrice, però, come attestano ordinativi e fatture firmati dai dirigenti, i bicchieri venivano pagati ad un prezzo pari a 0,08. Uno zero in meno appunto che ha comportato una spesa dieci volte superiore.
La Procura sottolinea che i dirigenti apponevano sulle fatture da liquidare il timbro con la seguente dicitura: «Si attesta la regolare esecuzione della fornitura dei beni richiesti e la relativa presa in carico come riportato nella bolla di consegna e la corrispondenza del prezzo».

IL PRESUNTO DANNO
Nel caso di bicchieri di plastica il presunto profitto ingiusto procurato alla ditta appaltatrice è stato quantificato in circa 89mila euro tra il 2010 e il 2014. Contestata anche la fornitura di tovaglioli di carta pagati sempre alla Euroservice 0,095 euro l’uno, sempre con un zero in meno nella cifra decimale. Il profitto ritenuto ingiusto dalla Procura è pari a circa 159mila euro tra il 2012 e il 2014.
La Procura ha riconosciuto l’attenuante perché la Euroservice, nel caso dei bicchieri, ha restituito parte del danno dopo la costituzione in mora della Asl avvenuta nel 2015.
Dopo la chiusura delle indagini preliminari, il sostituto procuratore Rita Caracuzzo, trascorsi i termini di legge che dà la possibilità agli indagati di farsi interrogare o presentare memorie, valuterà la richiesta di rinvio a giudizio. Tutti e sei gli indagati sono rappresentati d’ufficio dall’avvocato Luca Solli del foro di Frosinone.
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