Romana Liuzzo*

Lo sviluppo sostenibile e il lascito di Guido Carli

di Romana Liuzzo*
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 00:36

Il grande funambolo Philippe Petit, l’uomo che camminò sospeso tra le Torri Gemelle lasciando il mondo senza fiato, ha scritto che «il filo non è ciò che si immagina. Non è l’universo della leggerezza, dello spazio, del sorriso. È un mestiere. Sobrio, rude, scoraggiante». Oggi che nel post Covid ci muoviamo anche noi come equilibristi, sospesi tra la sfida dello sviluppo sostenibile e le crisi continue che ne minacciano il percorso, è utile ricordarsi delle parole di Petit.


Come una grande metafora, la corda tesa tra due punti è la direzione di marcia, imboccata con coraggio dall’Europa e dall’Italia: quella transizione ecologica ed energetica che il programma Next Generation Eu, incarnato nei Piani nazionali di ripresa e resilienza e nei capitoli aggiuntivi del RepowerEu, individua come stella polare della politica economica comunitaria e che per l’Italia vale oltre 50 miliardi di euro fino al 2026. Ma quella fune, che vede all’orizzonte la neutralità climatica con la completa decarbonizzazione entro il 2050, non è affatto uno spazio di leggerezza. È, al contrario, una strada continuamente minacciata dalle incertezze: dalle conseguenze imprevedibili dei nuovi conflitti che lambiscono il Vecchio Continente, in Ucraina e in Medioriente, dall’inflazione tornata a crescere, dalle difficoltà di abbandonare le fonti fossili mentre i prezzi dei beni energetici continuano a mostrarsi estremamente volatili. Non è un caso che il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, abbia lanciato l’allarme sul fatto che «a metà del percorso la promessa dell’Agenda 2030 è in pericolo». Anche l’Italia, come ha appena certificato il rapporto presentato la scorsa settimana dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile sottoscritti nel 2015 assieme ad altri 192 Stati appaiono lontani dalla meta. I rallentamenti più rilevanti si registrano sul fronte della lotta alla povertà, dei sistemi idrici e sociosanitari, della difesa degli ecosistemi terrestri e marini, della governance e delle partnership.


Non c’è da fasciarsi la testa. La sobrietà del “mestiere” del funambolo deve venirci in soccorso.

Inevitabile pensare alla postura di Guido Carli, l’ex Governatore della Banca d’Italia che con la sua abilità negoziale guidò il Paese attraverso i marosi delle crisi cicliche del 1963-64, del 1969-70 e del 1973-74 lavorando poi da ministro del Tesoro per una società aperta, meritocratica, libera da lacci e lacciuoli e attenta alle nuove generazioni, e per l’ancoraggio dell’Italia a un’Europa non matrigna, ma madre provvidenziale protesa verso due obiettivi essenziali: crescita e lavoro. Non si può non vedere quanto attuale sia la sua lezione, alla luce delle parole pronunciate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso 18 ottobre nel corso della cerimonia di consegna delle insegne ai Cavalieri del lavoro. «Crescita, coesione sociale, equilibrio ambientale, qualità del lavoro sono tra loro strettamente connessi. Laddove crescessero diseguaglianze, emarginazioni, povertà, sarebbe l’intera società a fare un passo indietro», è stato il monito del Capo dello Stato.


In questa interconnessione sta la chiave per la sostenibilità a tutto campo – economica, ambientale e sociale – che dobbiamo perseguire. Ed è questo lo spirito con cui la Fondazione Guido Carli, che mi onoro di presiedere per tramandare l’eredità morale e culturale dello statista, dedicherà al tema «Sostenibili futuri. Guida visionaria al domani che vogliamo» la sua Convention inaugurale, in programma a Roma il 1° dicembre alla Camera dei deputati, in quella Sala della Regina dove fino al 2018 si è svolta la cerimonia del Premio Guido Carli, che a maggio festeggerà il suo 15° anno di vita. Dopo i saluti della vice presidente della Camera, Anna Ascani, l’intervento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dell’ambasciatore Giampiero Massolo, consigliere della Fondazione, daremo voce a nove tra top manager e imprenditori impegnati ogni giorno nella difficile sfida di costruire benessere salvaguardando la qualità della vita delle nuove generazioni. Funamboli del presente, lanciati verso l’avvenire. Con lo sguardo fisso ai giovani e al loro interesse, nel solco tracciato da Guido Carli. 

*Presidente della Fondazione Guido Carli
 

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