La difesa dal canto suo, aveva cercato di smontare un'accusa che voleva «dimostrare un sistema globale» di frode e aveva chiesto l'assoluzione. La filiale francese di UBS è a sua volta stata condannata a una multa di 15 milioni di euro per complicità. Anche in questo caso è stato dato seguito alla richiesta del procuratore. Lo Stato, in quanto parte civile, aveva dal canto suo chiesto un risarcimento danni di 1,6 miliardi, ma il tribunale ha concesso soltanto la cifra di 800.000 euro. Subito dopo la sentenza il titolo della maggiore banca elvetica ha iniziato una rapida discesa e al momento perde oltre il 3% in un listino in lieve rialzo, scendendo da 13 a 12,40 franchi.
La banca ha annunciato che farà ricorso, in quanto «in forte disaccordo con il verdetto» emesso oggi dalla giustizia francese. Lo si legge in un comunicato in cui la banca afferma come «la condanna non è supportata da alcuna prova concreta, ma si basa invece su accuse infondate di ex dipendenti che non erano nemmeno stati ascoltati nel corso del processo».
Secondo Ubs - che sostiene di avere offerto «servizi legittimi e standard di diritto svizzero comuni ad altre giurisdizioni»- la sentenza «applica alla Svizzera la legislazione francese», una scelta che «mina la sovranità della legge svizzera e pone questioni significative di territorialità». «Il verdetto manca anche di prove e di una metodologia credibile per il calcolo della multa e dei danni» conclude Ubs.
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