Meloni ad Assolombarda: le richieste degli imprenditori e le risposte del governo

Gli imprenditori chiedono al governo Meloni un maggiore intervento sul cuneo fiscale, un accompagnamento più efficace alla transizione energetica e tecnologica delle imprese e la revisione del Pnrr. L'esecutivo prova a rassicurarli.

Giorgia Meloni interviene all'Assemblea generale di Assolombarda 2023
di Giacomo Andreoli
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Lunedì 3 Luglio 2023, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 18:43

Cuneo fiscale, un ragionamento generale sul salario minimo, la transizione energetica e tecnologica delle imprese, il mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro, la revisione del Pnrr e il caro-energia. Su tutti questi fronti gli imprenditori, riuniti oggi all'assemblea di Assolombarda, chiedono al governo Meloni di fare qualcosa di più.

La numero uno di Palazzo Chigi e leader di Fratelli d'Italia li ascolta e interviene sul palco per provare a rassicurare loro e il resto del Paese. «L'Italia cresce - spiega - è la più affidabile dell'Eurozona: un piccolo miracolo grazie alle imprese».

Ma i punti caldi aperti dalle associazioni imprenditoriali rimangono sul tavolo.

Il ragionamento sul salario minimo

Per il presidente di Confindustria Carlo Bonomi «la prossima legge di Bilancio deve avere due temi fondamentali: bisogna puntare sul taglio del cuneo fiscale e su industria 5.0 che devono essere strutturali». Dal numero uno degli industriali arriva poi una sorta di apertura alla proposta delle opposizioni di salario minimo, ma nell'ambito della contrattazione collettiva e ricordando che tutti quelli più rappresentativi vanno già oltre.

«Se vogliamo parlare di salario minimo con una soglia di 9 euro - ha spiegato - non è un problema di Confindustria. I nostri contratti sono tutti superiori. Se prendiamo ad esempio i metalmeccanici di terzo livello il prezzo è di undici euro. L'industria non è vero che paga poco ma paga il giusto. Non c'è un veto anzi è una grande sfida ed entriamo nel pieno dei temi».

I rinnovi dei contratti

Sulla necessità di rinnovare i contratti di lavoro, ha aggiunto poi Bonomi, «io sono d'accordo con i sindacati. Peccato che siano le altre associazioni datoriali che devono rinnovare i contratti: non è Confindustria che non li sta rinnovando». 

«Forse - ha spiegato - è il caso di guardare qualche altra associazione di categoria. I pubblici esercizi, ad esempio, non rinnovano dal 2019, e di certo non si tratta di Confindustria. Su 5,5 milioni di dipendenti delle aziende con contratti di Confindustria, solo 240mila hanno contratti scaduti da 24 mesi, gli altri li abbiamo rinnovati».

Sul palco dell'Assemblea di Assolombarda, poi, diversi esponenti del mondo dell'impresa e dell'industria ricordano il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro: non si trova abbastanza personale, soprattutto altamente qualificato oppure operaio e da impiegare nella ristorazione e nel turismo.

L'aumento degli stipendi con il taglio del cuneo fiscale

Quanto alla transizione ecologica Meloni ha spiegato che non può significare lo «smantellamento della nostra economia e delle nostre imprese: la sostenibilità ambientale deve camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica». Quindi la transizione va fatta «con l'uomo al centro».

Capitolo stipendi. Il governo continua ad opporsi al salario minimo, ritenendo che potrebbe danneggiare alcuni lavoratori più poveri. Sul taglio del cuneo, invece, la promessa dell'esecutivo è provare a rendere strutturale quello attuale al 7% e 6% per i redditi fino a 25mila e 35mila euro. Poi, magari, andare anche oltre. Ma tutto dipenderà dalle risorse pubbliche a disposizione nei prossimi mesi e anni.

E ancora: il Pnrr. «I problemi di oggi - spiega Bonomi - nascono quando è stato ideato. Io ricordo le battaglie fatte perchè ritenevamo che non c'era una visione. Noi siamo un Paese che ha dei tempi non compatibili con quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questa è una occasione che non possiamo mancare perchè i fondi sono fondamentali per sostenere la crescita. Non possiamo fallire».

Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro

La presidente del Consiglio ha quindi risposto alle richieste di far di più sulla mancanza di incontro tra domanda e offerta di lavoro. «Bisogna affrontare - ha detto - problemi strutturali che in passato alla fine non si è mai riusciti ad affrontare, penso al forte disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro: due milioni di posti di lavoro che il mercato non è attualemnte in grado di soddisfare per carenza di profili adeguati è una cosa che non ci possiamo permettere in questo contesto». 

«Una delle principali sfide - ha sottolineato - è quella di riformare le politiche attive del lavoro legando sempre più la formazione alle competenze richieste dalle imprese richieste dalla continua e rapida trasformazione che attraversa il mondo produttivo e la nostra società».

Il Pnrr, ha quindi detto la premier, «è un piano che ha bisogno di correttivi, ma soprattutto di tanto impegno da parte di tutti. È una grande occasione, come ogni grande occasione bisogna che tutti remiamo nella stessa direzione». Il Piano, ha ribadito, «non è stato scritto dall'attuale governo, ma oggi lavoriamo senza sosta per mettere a terra tutte le risorse nei tempi previsti».

Caro energia, «Tornino gli aiuti in bolletta»

Infine sul tema del caro-energia le imprese chiedono al governo di inserire nell’ultimo decreto Bollette la proroga del credito d’imposta previsto per chi ha subito rincari sopra il 30%. Il decreto approvato la scorsa settimana ha focalizzato gli aiuti solo sulle famiglie, prorogandoli fino a settembre.

Le aziende energivore - da quelle metalmeccaniche e della plastica, del vetro e della ceramica - vorrebbero un ripensamento. Anche dal fronte commerciale e turistico si chiede a gran voce la reintroduzione dell’aiuto. Confcommercio vorrebbe poi la sterilizzazione degli oneri di sistema finché non si stabilizzeranno i prezzi. Federacciai, invece, punta il dito contro l’abolizione dell’esenzione degli oneri di trasporto e dispacciamento per i grandi carichi energivori. Su questi punti l'esecutivo e la presidente Giorgia Meloni ancora non si sono espressi.

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