«Capisco che ci sia una stagione, poi ci vorrebbero delle caratteristiche per definirla, in cui l'art.18 non vale», ha precisato Camusso. Ma «quello che non va bene - ha proseguito - è che un lavoratore non raggiungerà mai le tutele che hanno gli altri».
Il Jobs act è una delega e quindi «c'è tempo per la discussione. Noi vorremmo discutere con il Governo», ha detto ancora Camusso, a Porta a Porta. Nel caso in cui invece l'esecutivo volesse restringere i tempi, allora, spiega, «non è che noi vogliamo lo scontro, ma è il Governo che ci costringe allo scontro».
«Non bisogna rassegnarsi allo scontro e bisogna trovare soluzioni positive. Ma non mi sembra che il governo abbia questo punto di vista, questo mi preoccupa», ha insistito il segretario generale della Cgil.
«Sul Tfr in busta paga nessuno dica che è un aumento di stipendio dato ai lavoratori», ha poi sottolinea Camusso. «Non si può fare un'operazione che va a toccare la seconda gamba della previdenza», ha ammonito Camusso che poi ha aggiunto: «Non vorrei che per questo non si rivedessero i contratti».