Nell'aggiornamento del Def le misure della legge di Stabilità, pur se non ancora dettagliate, vengono "pesate" in rapporto alla crescita insieme alle riforme strutturali avviate dal governo (giustizia, pubblica amministrazione, Jobs Act, competitività). E naturalmente viene calcolato anche l'aumento delle imposte indirette, che scatterebbe dal 2016 come clausola di salvaguardia per per garantire l'equilibrio dei conti, in attesa di altre eventuali misure. L'aumento di aliquote (fino a tre punti e mezzo quella ordinaria) comporterebbe una minor crescita di 0,2 punti nel 2016 e di 0,3 il successivo. Un effetto tale da annullare e poi sopravanzare l'impatto positivo della manovra (pari rispettivamente a +0,2 e +0,1).
Dunque nelle previsioni del governo quel po' di spinta al Pil verrebbe essenzialmente dalle riforme, se si concretizzeranno. Le stime delll'Istat sono leggermente più pessimistiche di quelle contenute nel Def solo per il 2015 (+0,5 invece che +0,6 per cento il tasso di crescita), mentre al contrario per l'anno ancora in corso l'istituto di statistica vede "un impatto netto marginalmente positivo" delle misure della legge di Stabilità.