Superbonus, accordo sul decreto: resta la stretta del Mef sui crediti. Sugar tax, passa il rinvio

Prorogato di un anno il prelievo sulle bibite. Agevolazioni del Superbonus in 10 anni

Superbonus, accordo sul decreto: resta la stretta del Mef sui crediti. Sugar tax, passa il rinvio
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 15 Maggio 2024, 00:02

Giancarlo Giorgetti blinda tutte le ultime strette volute dal Mef all’applicazione del Superbonus. Giorgia Meloni e Forza Italia - anche se gli azzurri rivendicano come loro la battaglia - stoppano l’entrata in vigore della Sugar tax, rinviandola di un anno. Dopo una giornata di riunioni, stop & go e dichiarazioni prima bellicose eppoi sempre più caute - per non parlare di un blitz in commissione Bilancio per cambiare gli equilibri interni - la fumata bianca è arrivata in Senato verso le 19: cioè quando è sbarcato a Palazzo Madama l’emendamento del ministero dell’Economia per fare slittare di un altro anno la Sugar tax, prevista dal prossimo Primo luglio. Infatti, soltanto dal Primo luglio 2025 si inizieranno a pagare 0,15 euro per ogni ettolitro delle bibite zuccherine e 0,35 euro per ogni ettogrammo di prodotti solubili. Uno slittamento che costerà alle casse dello Stato almeno una settantina di milioni di euro, necessari però a chiudere una complicata querelle, senza la quale non si sarebbe sbloccata una partita che sta molto più a cuore al governo: le approvazione del terzo decreto di modifica, anzi di “rettifica” al Superbonus con il quale lo stesso ministro Giorgetti spera di congelare deficit nel prossimo biennio per una cifra pari a 2,3 miliardi di euro. Non pochi in prospettiva di una legge di Bilancio, dove la maggioranza avrà letteralmente spazi risicatissimi di manovra e ancora meno possibilità di muoversi in disavanzo per finanziare le misure più espansive. Non a caso i molti la definiscono una piccolissima manovra correttiva.

Oggi a Palazzo Madama è atteso il voto in prima lettura sul decreto Superbonus.

Dopo le tensioni dei giorni scorsi, il governo dovrebbe mettere la fiducia. Come detto, è un pacchetto di misure con il quale Giorgetti ha provato ad arginare definitivamente gli effetti del “Mostro”, della “Diga della Vajont” che grava sui conti pubblici in termini di detrazioni per 160 miliardi di euro. Cifra che sfiora i 220 miliardi considerando anche gli altri bonus edilizi.

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LE NOVITÀ

Con queste norme viene cancellata ogni possibilità di cessione del credito e di sconto in fattura, per gli interventi successivi all’entrata in vigore delle nuove norme, rispetto alla scadenza naturale del 31 dicembre 2025. Viene garantita una proroga - con un plafond di 435 milioni - per l’utilizzo dello strumento per i lavori avviati nei crateri colpiti da sismi e da alluvioni - Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria ai quali si sono poi aggiunti i comuni di Ischia, dell’Emilia Romagna, della zona etnea, del Molise. In più, per frenare le tante truffe scoperte (secondo l’Agenzia delle entrate ammontano a 17 miliardi di euro, dei quali circa 8 miliardi congelati) viene introdotta una comunicazione aggiuntiva per tutti i cantieri, con chiarimenti sulle condizioni catastali le e spese sostenute e quelle da sostenere, senza contare la sospensione, fino a concorrenza di quanto dovuto, della possibilità di usare i crediti d’imposta relativi ai bonus edilizi per il pagamento di debiti con l’Erario superiori a 10mila euro. Un’ stretta ha riguardato la cessione dei crediti Ace, riducendo le possibilità di manovra su queste attività ed estendendo la responsabilità solidale del cessionario.

Sempre Giorgetti in corso d’opera - cioè durante il passaggio in Senato - ha introdotto un’altra serie di norme stringenti, che hanno finito per generare tantissime polemiche anche tra i soggetti maggiormente da questa stretta: cioè il sistema finanziario - banche, assicurazioni, intermediari e Poste che detengono il 40 per cento dei crediti da scontare - e il mondo delle aziende. Il Mef, infatti, ha previsto che i soggetti finanziari non possano portare più in detrazione i crediti legati al Superbonus per pagare debiti previdenziali (Inps) e assicurativi (Inail). Le famiglie e tutti i contribuenti che detraggono le agevolazioni in dichiarazione dei redditi è prevista la spalmatura dei crediti da quattro a dieci anni. Parallelamente, accanto a quelli Guardia di Finanza e Agenzie delle entrate vengono estesi i controlli contro le truffe anche ai Comuni, che devono mettere in campo i vigili urbani e i dipendenti del catasto per scoprire se davvero è stato realizzato quel cappotto termico o quella caldaia, finanziata con i bonus edilizi. Alle amministrazioni sarà destinato il 33 per cento di quanto recuperato dalle truffe. Sempre il Mef ha poi concesso un’ulteriore proroga anche al mondo del No profit (valore 100 milioni di euro) per poter continuare a usare il Superbonus fino al 31 dicembre 2025. Per finanziare parte di queste misure, è stato deciso di anticipare di cinque mesi - facendola partire a luglio di quest’anno - la Sugar tax.

LO SCONTRO

Proprio le norme contenute nell’ultimo emendamento hanno scatenato le ire di Forza Italia - per non parlare di quelle delle banche - e generato uno scontro in Senato, che ieri ha fatto rischiare il governo di andare in minoranza in commissione Bilancio. Anche nella mattinata di ieri il leader azzurro, Antonio Tajani, aveva minacciato voto negativo a tutto il pacchetto, con il partito fondato da Silvio Berlusconi contrario alla Sugar tax, all’applicazione retroattiva di un pezzo di spalmacrediti - relativa ai primi quattro mesi dell’anno - o ai limiti alle compesazioni Inps e Inail.

Come detto, la partita si è sbloccata soltanto in serata quando Forza Italia si è astenuta sull’emendamento del governo, votato invece da Italia Viva, che ha rinviato di un altro anno l’applicazione della Sugar tax, recuperando le coperture necessarie tagliando i fondi di alcuni ministeri (tra gli altri Economia, Imprese, Infratrutture, Interno Lavoro Salute, Turismo) oppure utilizzando i risparmi garantiti dallo Spalma-credito.

Per arrivare a questa conclusione - e garantirsi una maggioranza piena in commissione Bilancio del Senato - è stato approvato anche un emendamento del senatore del gruppo delle autonomie, il trentino Pietro Patton, che garantisce alle Regioni a statuto speciale una moratoria sull’uso del Supebonus. Per la cronaca Patton, che fino a quel momento votava con le opposizioni, ottenuta la norma ha lasciato l’aula e le altre minoranze al loro destino. Forza Italia, poi, che per ora ha rinunciato alla sua battaglia contro la retroattività dello spalmacrediti incassa anche la promessa del governo di permettere alla Calabria dell’azzurro Occhiuto di poter scontare le tasse aeroportuali alle compagnie che scelgono di volare verso gli aeroporti di Reggio Calabria o Lamezia Termini.

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