Creval, aumento di capitale da 700 milioni, 400 esuberi. Il titolo crolla in Borsa

Creval, aumento di capitale da 700 milioni, 400 esuberi. Il titolo crolla in Borsa
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Martedì 7 Novembre 2017, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 14:34
Il Credito Valtellinese chiude i primi nove mesi dell'anno con una perdita netta pari a 402,6 milioni di euro rispetto al rosso di 136 milioni dello stesso periodo del 2016 e annuncia un nuovo piano industriale al 2020 che prevede un aumento di capitale da massimi 700 milioni.

L'operazione, che verrà sottoposta all'approvazione dell'assemblea straordinaria degli azionisti il 19 dicembre, prevede il conferimento al cda di una delega ad aumentare il capitale da esercitarsi entro il termine ultimo del 31 luglio 2019. L'aumento sarà realizzato mediante emissione di nuove azioni da offrire in opzione agli azionisti. Previsto anche il raggruppamento delle azioni nel rapporto di una nuova azione ogni dieci titoli esistenti. I termini definitivi dell'operazione saranno determinati dal consiglio in prossimità dell'avvio dell'offerta, che si prevede possa essere effettuata nel corso del primo trimestre 2018.

Dopo l'annuncio dell'aumeno di capitale da 700 milioni, e non i 600 stimati dal mercato, avvenuto martedì a mercati chiusi, il titolo va a picco in Borsa con un tonfo teorico superiore al 30%. Dopo varie sospensione per eccesso di ribasso le azioni Creval perdono il 25% a 1,88 euro, con un minimo toccato a 1,75 euro.

Creval ha sottoscritto con Mediobanca, in qualità di global coordinator e di bookrunner, un accordo di pre-underwriting avente ad oggetto l'impegno a sottoscrivere un accordo di garanzia per la sottoscrizione delle azioni eventualmente non sottoscritte al termine dell'offerta in borsa dei diritti inoptati. Il piano dell'istituto prevede inoltre la cessione e valorizzazione di non core assets/partecipazioni non strategiche con effetti positivi attesi a livello di Cet 1 capital fino a 61 milioni.

Il nuovo piano prevede inoltre la chiusura di ulteriori 88 filiali tradizionali, di cui 23 saranno trasformate in filiali della linea Bancaperta, con assetto target della rete operativa pari a 350 filiali a fine 2018. L'operazione è previsto possa essere completata entro il primo semestre 2018.

Sono previsti poi circa 400 esuberi nell'arco di sviluppo del piano, per effetto della fusione di Credito Siciliano, della chiusura di filiali e riorganizzazione della rete e dell'ottimizzazione delle strutture di corporate center, progressivo sviluppo dei servizi di banca digitale e ottimizzazione dei processi di front e back office. Di questi dipendenti circa 170 potranno accedere al fondo di solidarietà per il settore del credito, con un costo one-off stimato pari a circa 61 milioni e savings sui costi del personale a regime di circa 15 milioni all'anno. Altri dipendenti potranno essere ricollocati in rete al fine di aumentare le performance commerciali e migliorare il front to back ratio.

 
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