"Anamericana": a Roma quaranta opere per viaggiare nell'America "on the road"

Anamericana, la mostra degli artisti della Fondazione DEPART
di Valentina Bruschi
2 Minuti di Lettura
Martedì 5 Novembre 2013, 16:59 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 10:27

“Americana” (1971), romanzo d’esordio del celebre scrittore statunitense Don De Lillo, classico “on the road”, affronta miti e fantasmi di quell’America amara di una generazione di intellettuali che erano la coscienza critica della societ dei consumi.

Con un titolo simile, la mostra tuttora in corso all’American Academy of Rome sul Gianicolo affronta la stessa tematica – sempre attuale - presentando oltre quaranta opere d’arte contemporanea, provenienti dalle recenti acquisizioni della collezione della Fondazione DEPART, istituzione di base tra Roma e gli U.S.A. (Indirizzo: American Academy of Rome, Via Angelo Masina, 5. Orario: venerdì, sabato e domenica dalle 16 alle 19; fino al 14 novembre. Ingresso libero).

Il titolo della rassegna “ANAMERICANA” ricorda quello del libro di De Lillo, ma qui il suffisso “AN”, scelto dal curatore Vincenzo De Bellis, offre anche una seconda lettura rispetto al senso di appartenenza e patriottismo identificato nel termine “americana”. La stessa parola può essere così letta in chiave di negazione, afferma il curatore parlando dei lavori esposti e mette in luce, «un'attitudine degli artisti contemporanei a lavorare su temi cari alla storia, alle tradizioni dell'arte e della società degli Stati Uniti, ma allo stesso tempo sembrano prenderne le distanze, sottolineando gli aspetti critici e controversi di un Paese straordinariamente complesso».

Le opere che condensano meglio questa lettura critica sono quelle degli artisti più affermati in mostra: "Cowboy snowman" (2005), piccolo disegno di Mike Kelley, dissacrante nei confronti delle icone pop e la riedizione della serie di fotografie, "Rooftops" di Ed Ruscha, che documentando le vedute da e sui tetti di Los Angeles, tipiche del paesaggio urbano della metropoli californiana.

Diversi i lavori che rileggono alcuni dei linguaggi artistici tipicamente americani, come il Minimalismo e l'Espressionismo Astratto, tra i quali l'enorme dipinto di Rob Pruitt "Kill me" (2012), dove occhi e bocca accennano un volto accigliato su un grande monocromo rosso.

Tra i giovanissimi, colpisce la scultura ready-made di Lucien Smith, newyorkese, classe 1989. Si tratta di "Untitled (Scrap Metal 4487)": una sedia metallica trivellata da pallottole sparate da alcuni partecipanti ad un convegno annuale, dedicato agli appassionati di pistole del Kentucky, opera nella sua essenzialità eloquente delle contraddizioni di una grande nazione.