L'Accademia con il cielo di Galilei

L'Accademia con il cielo di Galilei
di Fabio Isman
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Domenica 9 Aprile 2017, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 09:11
L'Accademia Americana è una, e dal 1913 è sulla cima del Gianicolo. Ma i luoghi interessanti ed assai poco noti che comprende sono almeno tre. Ci sono l'edificio principale, e nel giardino una costruzione assai singolare, più un'antica villa vicina. Tutti con molto da raccontare. L'idea di una struttura del genere a Roma, nasce dopo l'Expo di Chicago nel 1839, dagli architetti che creano la Pierpont Morgan Library e la Columbia University di New York, e da quello cui si deve il Flatiron: il singolare grattacielo a forma triangolare tra la Quinta Strada e Broadway.
Un'accademia d'architettura si unisce a una Scuola d'archeologia, e diventa quello che è nel 1894. Finanziano l'impresa alcuni tra i più famosi «squilionari», come li chiamava Bernard Berenson: da Morgan (tra l'altro, muore nel 1913 a Roma, all'hotel de Russie), a John D. Rockefeller, a Henry Clay Frick, il pioniere del «cocke» e dell'acciaio, un'immensa fortuna già a 30 anni, e una collezione d'arte tra le più invidiabili al mondo rimasta intonsa.

NOMI IMPORTANTI
L'edificio principale, creato da tre celebri architetti americani, si ispira a una villa del Rinascimento: un piano terreno uno nobile e un altro che è quasi un sottotetto; un cortile decorato da lapidi antiche nei muri del portico; un vasto giardino. Di fronte, gli atelier degli artisti hanno un che dei padiglioni dell'antica Esposizione di Chicago. Qui si incontravano Igor Stravinskij e Salvador Dalì; qui sono passati parecchi tra i più celebri intellettuali degli Stati Uniti nell'ultimo secolo.

Vi ha insegnato perfino uno studioso, Robert Hecht, diventato poi mercante d'antichità che provenivano anche dagli scavi di frodo: nel 1972, è lui a cedere al Metropolitan Museum il Cratere d'Eufronio, per un milione di dollari (mai un pezzo antico era stato pagato tanto caro), che darà la stura ad una terribile razzia di antichità dal sottosuolo del nostro Paese.

LA VILLA
L'Accademia possiede anche Villa Aurelia, al colmo del colle, che le è quasi di fronte. La vuole, nel 1650, il cardinale Gerolamo Farnese: due piani, logge, un panorama incredibile. A inizio Ottocento, Alessandro Savorelli la compera, e le muta un po' i connotati; a metà del secolo, Garibaldi la sceglie come quartiere generale, e in un mese viene terribilmente bombardata dai francesi; alla morte del proprietario, ricostruita, va al Monte di Pietà; nel 1881, la rileva Clara Jessup Heyland, ereditiera di Filadelfia che morendo la lascia appunto all'Accademia. Innalzando l'edificio principale, tra l'altro, nel 1912 si ritrova un lungo tratto dell'acquedotto Traiano, il decimo romano che data al 109, rimesso in sesto 1500 anni dopo da Paolo V Borghese e diventato l'Acqua Paola, la cui mostra è, appunto, il Fontanone del Gianicolo, di Giovanni Fontana.

LA CASA RUSTICA
Nel giardino, cinque curatissimi ettari coltivati in modo biologico (anche con una Fontana Quasimodo che non ricorda il poeta, bensì il più celebre e brutto gatto della locale colonia felina), c'è pure la Casa Rustica, densa di storia. Ai primi del Seicento, era la vigna del cardinale Innocenzo Malvasia; e qui, il 16 aprile 1611, ad un banchetto in suo onore organizzato dai Lincei, Galileo dimostra per la prima volta le qualità del suo telescopio.
Oggi, all'interno vi sono le carte dettagliate della Nasa, che fanno vedere il cielo come era proprio quella celebre sera. Vastissime poi le risorse per chi studi: la biblioteca vanta ben 150 mila volumi, con grande specializzazione nell'archeologia e arte mediterranea; duemila nuovi ogni anno, e abbonamenti a 600 periodici. E straordinarie le raccolte fotografiche, dagli albori della moderna archeologia nella Capitale, fino ai giorni nostri: 70 mila immagini. Oggi, presiede l'istituto Marc Robbins: 30 borsisti americani e tre italiani, più alcuni di altri Paesi, e 12 illustri studiosi invitati ogni anno; inoltre, almeno 70 eventi aperti al pubblico.
 
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