Leone Ladispoli, il "cecchino": «Colpo più difficile mai sparato, Kimba stava scappando». Il giallo del lucchetto aperto

Le forze dell'ordine hanno analizzato l'area dove gli animali sono tenuti nelle gabbie

Leone Ladispoli, il "cecchino": «Il colpo più difficile mai sparato, Kimba stava scappando». Il giallo del lucchetto aperto
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Domenica 12 Novembre 2023, 19:18 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 00:53

La fuga del leone Kimba è finita, le polemiche iniziano. E sulla vicenda che ha scosso il piccolo centro litoraneo di Ladispoli, vicino a Roma, per un pomeriggio diventato un pezzo di ipotetica savana, aleggia l'ombra del boicottaggio: «Il lucchetto della gabbia era aperto, i leoni non sanno aprirlo», dice il domatore Rony Vassallo. Aggiungendo che il felino si era allontanato di poco «poi un cavallo lo ha spaventato e si è rifugiato nel canale». Da lì l'avventura per il leone, il panico per Ladispoli. Kimba, scappato dal circo Rony Roller, è tornato nella sua gabbia.

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Kimba, avviate le indagini

La sua fuga è terminata nella tarda serata dopo che le forze dell'ordine e personale dell'Asl sono riusciti a sedarlo e bloccare il suo girovagare tra le strade della città ripreso in molti video diventati in poche ore virali sui social.

L'animale sta bene, nessuno si è fatto male ma la vicenda non si concluderà qui e con ogni probabilità spetterà ad una indagine della Procura di Civitavecchia accertare cosa sia avvenuto. Gli inquirenti attendono le informative anche dei carabinieri intervenuti sabato dopo l'sos lanciato dal sindaco che ha invitato la popolazione a non uscire di casa. Solo quando le carte saranno trasmesse in Procura, i pm valuteranno con quale profilo penale proseguire le indagini. Primo passo degli investigatori è capire come sia stato possibile che l'animale abbia lasciato la sua gabbia. Sul punto non si esclude il dolo o l'iniziativa di estranei, forse animalisti, che potrebbero avere aperto il lucchetto con cui la gabbia era chiusa dando, di fatto, via libera alla fuga del felino. Una tesi sostenuta dai gestori del circo, indicata dal domatore Rony Vassallo, e sulla quale gli inquirenti, che non escludono alcuna pista, sono al lavoro.

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Kimba, il racconto del cecchino

Il leone è stato narcotizzato grazie al colpo di fucile sparato da Raffaele Bisegna, titolare di una società specializzata nelle cattura di animali selvatici. «Era a 80 metri, io mi sono avvicinato a 35 e ho sparato il colpo, il più difficile della mia vita - ha raccontato il cecchino al quotidiano Repubblica - il leone quando mi ha visto ha ruggito e ha provato a scappare. L'ho colpito in movimento, sulla groppa. Un colpo che si fa solo in casi estremi, ma non avevamo altre chance». Domenica mattina i militari dell'Arma sono tornati nel circo per un sopralluogo e per ascoltare i responsabili della struttura. Le forze dell'ordine hanno analizzato l'area dove gli animali sono tenuti nelle gabbie: In questi giorni Kimba, in base a quanto si apprende, non era stato utilizzato per lo spettacolo. Risposte importati per ricostruire la dinamica potrebbero arrivare dalle telecamere presenti nella zona. Verranno acquisite da chi indaga con la speranza che i filmati abbiano immortalato le fasi della fuga del leone ed eventualmente la presenza di persone intorno alla sua gabbia.

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Kimba, il tema dei circhi

La vicenda, che ha fatto il giro del mondo, ha riacceso la polemica, sull'impiego degli animali nei circhi. Gli animalisti oggi hanno anche manifestato davanti al circo. «Già tanti paesi in Europa hanno vietato questi spettacoli e anche l'Italia si è dotata di una norma in merito - afferma + Europa -. Nonostante il consenso bipartisan, però, ancora non è presente il decreto attuativo per attuare la legge e rispettare il benessere animale, ora anche in Costituzione. C'è tempo fino all'agosto del 2024 per dare attuazione alla legge». Dal canto suo il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli con una rappresentanza di animalisti, ha effettuato un sit in davanti al Rony Roller la cui pagina Fb è stata presa di mira da molti utenti. Il sindaco di Ladispoli, Alessandro Grado, si augura infine che «questo episodio possa smuovere qualche coscienza e che finalmente si possa mettere la parola fine allo sfruttamento degli animali nei circhi».

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