Barbecue vietati: «Inquinano troppo». A Bologna multe (fino a 200 euro) per chi griglia. Divieto anche a Roma

Il sindaco di Bologna ha confermato l'ordinanza che vieta ai cittadini di darsi al barbecue nei giorni in cui i valori delle polveri sottili superano i limiti

Barbecue vietati: «Inquinano troppo». A Bologna multe (fino a 200 euro) per chi griglia. Divieto anche a Roma
di Fernando M. Magliaro
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Martedì 18 Aprile 2023, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 08:00

 Scoppia la guerra del barbecue. A dar fuoco alle polveri, meglio alla carbonella, è Bologna. Il sindaco Matteo Lepore ha emanato nei giorni scorsi un'ordinanza che, quando i livelli delle polveri sottili sono elevati, impone anche il divieto di accendere i barbecue, o, più precisamente, vieta le «combustioni» all'aperto. Tanto è vero che un trentenne è già stato subito multato dai vigili urbani ( dovrà pagare una sanzione da 200 euro) per aver acceso il barbecue mentre erano in vigore i divieti. Ne è nata un'accesa polemica che è durata, e dura da più giorni, con tanto di richiami in Consiglio comunale dove l'assessore alla Transizione ecologica, Anna Lisa Boni, ha dovuto chiarire: «Si ribadisce non solo l'opportunità dell'ordinanza ma anche la sua necessità», trattandosi di una «misura emergenziale», che scatta quando le centraline di Arpae fanno segnare valori sopra la soglia. Il divieto di combustione all'aperto, dai falò ai fuochi d'artificio, scatta «a tutela della salute di tutti i cittadini», sottolinea l'assessore. Con replica ironica del capogruppo di Fratelli d'Italia, Stefano Cavedagna: «Se questo è il modo che l'amministrazione ritiene idoneo per tutelare l'ambiente e la salubrità dell'aria siamo fritti, anzi grigliati».

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A ROMA
In realtà, però, Bologna non è esattamente un caso isolato. A Roma, ammesso che all'interno di un condominio non vi siano clausole espresse di divieto nel regolamento condominiale, i barbecue sono "previsti" nel regolamento di polizia urbana.

All'articolo 25 si parla di un divieto generale di accensione di «fuochi di qualsiasi genere, anche in luoghi privati», a meno che non vi sia una «apposita canna fumaria». «L'accensione all'aperto di fuochi semplici o di artificio e pirotecnici - si specifica - potrà essere consentita di volta in volta dall'amministrazione comunale in speciali circostanze». Insomma, se non è proibito dal condominio, basta un barbecue con una piccola canna fumaria - analoga a quelle in vendita a qualche centinaio di euro - per aggirare il divieto. Oppure, potrebbe essere sufficiente anche usare la carbonella visto che non è una combustione a fiamma libera. Però, anche nella Capitale ci sono due divieti simili a quelli di Bologna. Il primo, entra in vigore quando scattano le ordinanze antincendio tipiche del periodo estivo e che vietano qualunque genere di combustione. Mentre la seconda è proprio legata alle ordinanze per l'inquinamento atmosferico. Che sono le stesse che limitano la circolazione dei veicoli, riducono la temperatura e gli orari di accensione dei riscaldamenti nelle case e negli uffici e, appunto, vietano di accendere fuochi, che siano barbecue, caminetti o stufe a pellet. Certo, difficile ipotizzare a Roma l'arrivo dei vigili urbani che bussano per sanzionare un barbecue acceso visto che non sanzionano neanche i fuochi d'artificio di capodanno nonostante tutti i sindaci della Capitale si ostinino a emanare l'ordinanza di divieto poche ore prima di fine anno.

 


LA POLEMICA
Il caso bolognese, però, non si è fermato in Emilia Romagna. Anche a sud, c'è chi appoggia la decisione del Comune: «Concordo pienamente con il divieto di accendere barbecue e grigliate, soprattutto quando si sforano le emissioni certificate dall'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente. Si tratta, infatti, di una scelta di responsabilità a salvaguardia del nostro presente e, soprattutto, del futuro dei nostri figli - ha detto il sindaco di Cosenza, Franz Caruso - Se per raggiungere il taglio del 55% delle emissioni al 2030 si deve rinunciare a qualche grigliata, ebbene facciamolo». Da Catanzaro, il sindaco Nicola Fiorita, si schiera con Bologna: «Credo che lo spirito dell'ordinanza di vietare i barbecue sia quello di non alzare ulteriormente i livelli di polveri sottili nelle giornate più critiche e quando le centraline mostrano dati allarmanti. Capisco che il provvedimento abbia potuto suscitare qualche commento ironico, ma gli amministratori bolognesi sono notoriamente molto accorti e sensibili ai problemi di carattere ambientale».


LA CASSAZIONE
Può apparire strano, ma le grigliate sono diventate addirittura oggetto di sentenze della Cassazione. Perché non bastassero i regolamenti comunali e le ordinanze dei sindaci, c'è anche il problema dei rapporti di vicinato. E non è per nulla raro che si finisca prima a litigare fra vicini e poi in causa. Salsicce e costolette sulla griglia non devono superare i limiti della «normale tollerabilità» di odori e fumo. O il rischio è quello del vicino che chiama i vigili e magari di finire in causa.

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