Travolto in bici alle 5 per andare a lavorare, Alex aveva trovato il posto solo 5 giorni prima. Il corpo trascinato per 200 metri

Travolto in bici alle 5 per andare a lavorare, Alex aveva trovato il posto solo 5 giorni prima. Il corpo trascinato per 200 metri
di Tito Di Persio
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 07:33

Travolto e ucciso a 19 anni in sella alla bici mentre va al lavoro. Aveva iniziato a lavorare da soli 5 giorni in un’impresa di pulizie. La tragedia si è verificata verso le 5.30 di ieri mattina, lungo la statale 80 Teramo-Giulianova, nella frazione di Sant’Atto a Teramo, quando era ancora buio. Alex Efosa Osaremwinda, che avrebbe compiuto 20 anni a marzo, era un giovane di origine nigeriana residente a Piane di Sant’Atto. Era appena uscito da casa per recarsi al lavoro nel centro commerciale di Bellante, dove l’azienda di cui era dipendente effettua le pulizie prima dell’apertura al pubblico.

Il ragazzo, purtroppo, non è riuscito a raggiungere il luogo di lavoro perché è stato falciato in sella alla sua bicicletta elettrica mentre pedalava sulla statale: la zona non è dotata di illuminazione pubblica, la bici non aveva luci accese, e lui indossava abiti completamente neri.

La Fiat Croma, che procedeva nello stesso senso di marcia, diretta verso Teramo con a bordo il conducente, D.F.F., un 60enne di Sant’Atto anch’esso in viaggio per il lavoro, lo ha investito all’altezza del caseggiato della Spea e lo ha trascinato per circa 200 metri, fino sotto al cavalcavia dello svincolo del nucleo. Il conducente dell’auto ha dichiarato alle forze dell’ordine di non essersi accorto di nulla, pensava di aver colpito un animale, e solo dopo alcuni secondi ha notato il corpo sul parabrezza sfondato della sua macchina. Purtroppo, era già troppo tardi: il 19enne era morto sul colpo.

La bicicletta si trovava a poca distanza dall’auto, sulla corsia opposta, colpita e trascinata da una seconda auto che seguiva quella coinvolta nell’incidente.

Il conducente di quest’ultima ha immediatamente allertato i soccorsi. Il personale del 118, giunto sul posto, ha constatato il decesso e ha atteso l’intervento delle pompe funebri con l’autorizzazione del pm di turno, Enrica Medori. Il magistrato, dopo aver accertato la dinamica dello schianto e aver eseguito l’ispezione cadaverica, ha autorizzato la restituzione della salma alla famiglia, attualmente in Nigeria. Tranne un parente con cui il giovane condivideva la casa, in Italia non ha altri familiari. I mezzi incidentati sono stati posti sotto sequestro e molto probabilmente, secondo la prassi in questi casi, il conducente 60enne, che è risultato negativo all’alcol test e drug test, sarà iscritto nel registro degli indagati. Nei prossimi giorni, il magistrato nominerà un perito per ispezionare l’auto e la bici.

Gli agenti della polizia stradale, guidati dalla dirigente Valentina Lollobattista, sono intervenuti per tutti i rilievi del caso, acquisendo anche le immagini delle videocamere di sorveglianza nella zona e ascoltando alcuni testimoni. La strada è rimasta chiusa fino alle 10, con il traffico deviato nelle vie parallele, creando diverse difficoltà ai pendolari che ogni mattina dalla costa si dirigono in quella zona industriale ricca di fabbriche per lavorare. La notizia, come accade in questi casi, ha immediatamente fatto il giro dei diversi social network. Numerose persone, sul solo profilo, hanno condiviso un pensiero per il giovane ragazzo. Era arrivato in Italia con la speranza di trovare fortuna attraverso il lavoro, ma purtroppo ha trovato la morte.

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