«Più pedali, più guadagni». Sarà per l’idea di ritrovarsi in busta paga cento euro in più, oppure per evitare di rimanere bloccati nel traffico, fatto sta che andare al lavoro con la bicicletta attrae sempre di più. In Italia da Nord a Sud non è difficile trovare datori di lavoro disposti a incentivare la mobilità green, approfittando dei fondi messi a disposizione dagli enti pubblici. Ha preso la palla al balzo, per esempio, il Comune di Battipaglia in provincia di Salerno, che l’anno scorso ha liquidato 1.356,73 euro ai dipendenti che si sono recati a lavoro con la bici, grazie ad un bando della Regione Campania; il finanziamento di 5.423,19 euro è servito a diminuire l’inquinamento e a migliorare la salute. I dipendenti disposti a lasciare a casa la macchina per almeno cinque giorni al mese si sono visti accreditare fino ad un massimo di 100 euro in busta paga. In ogni caso, i chilometri percorsi saranno monitorati con una tecnologia apposita, che avrà il compito di verificare l’effettivo percorso svolto e premiare soltanto chi effettivamente userà la bici per fare il tragitto casa-lavoro.
Il contributo
Le modalità per ricevere l’incentivo sono simili ovunque: nel Comune di Rubano (Padova), il tragitto casa-lavoro o casa-scuola deve prevedere un percorso minimo di 3 chilometri; l’incentivo economico è di 0.25 euro al chilometro per un tetto massimo di 6 euro al giorno e di 50 euro al mese.
Luci e ombre
Inutile dire che medici e amanti delle bici guardano con molto interesse alla svolta green. Anche se ancora la strada per allargare la platea sembra in salita. «Il bike to work è da incoraggiare – rimarca Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – Ma dobbiamo concentrarci sulla sicurezza di tutti: i pericoli della strada sono accentuati dal fatto che poche città hanno piste ciclabili sicure. A Milano, per esempio, la casistica di incidenti è in aumento. Senza contare poi quando fa freddO, piove o nevica». C’è poi il capitolo smog: «In molte città del nord, soprattutto a febbraio – ricorda Signorelli – si è più esposti alle sostanze nocive. Le ciclabili non andrebbero realizzate a fianco delle macchine». L’idea, dunque, è buona, ma servono anche investimenti: «Andare al lavoro in bicicletta è da favorire dove le distanze lo permettono – ammette Giuliano Giubelli, vicepresidente della Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) - Per fortuna molte regioni si stanno muovendo, ma occorre anche un intervento a livello nazionale. Bisogna garantire la sicurezza, ripensando la viabilità urbana. E poi – ribadisce Giubelli - dobbiamo puntare sull’educazione dei piccoli, garantendo strade sicure per andare a scuola».