Pugile e padre di 4 figli. E' Stefano Costantini, il presunto terrorista islamico arrestato ieri in Turchia. Ventiquattro anni, compiuti ad ottobre, nato e cresciuto a San Gallo in Svizzera, dove i genitori, di origini abruzzesi, di Loreto Aprutino per la precisione, si erano trasferiti come tanti per motivi di lavoro. A 16 anni, l'incontro con l'Islam tramite un amico tedesco, una veloce conversione, un altrettanto veloce percorso di radicalizzazione con l'avvicinamento all'impegno jihadista, e in poco tempo è diventato uno dei 146 foreign fighters italiani.
Martedì, Stefano Costantini, a seguito di indagini, avviate alla fine del 2014 dalla Digos di Pescara, diretta da Leila Di Giulio, è stato arrestato in Turchia. Dopo una lunga attività anche di persuasione, il giovane si è consegnato. Grazie alla collaborazione delle autorità turche e degli uomini dell'Aise, è stato trasferito ad Hatay dove è stato preso in consegna dai poliziotti italiani. Una volta terminate le procedure di rito, è stato imbarcato su un volo di Stato diretto all'Aeroporto d’Abruzzo dove è atterrato in serata e dove ad attenderlo sulla pista c'erano gli investigatori della Digos, gli stessi che, attraverso complicate indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo dell'Aquila, hanno potuto accertare la sua partecipazione a combattimenti tra le fila dei gruppi terroristici affiliati ad Al Qaeda tra la Siria e l'Iraq.
Costantini è accusato inoltre di aver fatto proselitismo con un'intensa attività di propaganda eversiva online.