Palumbo (e Di Stefano): «Su frazioni e commissari due delibere inutili e dannose»

Palumbo (e Di Stefano): «Su frazioni e commissari due delibere inutili e dannose»
di Stefano Dascoli
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Venerdì 10 Maggio 2019, 17:17

L’AQUILA – Stefano Palumbo, capogruppo in Comune del Pd, ha criticato aspramente due delibere di giunta (video in basso), approvate di recente, in tema di ricostruzione. Presente anche l’ex assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano. Due provvedimenti, ha detto, che «rischiano di introdurre rischiosi criteri discrezionali e di creare deregulation». Si tratta delle delibere 144 e 145 che trattano argomenti riguardanti la ricostruzione privata.
«Finalmente su una cosa sono d’accordo – ha esordito Palumbo -: occorre accelerare. Il fatto che anche loro lo dicano è un’ammissione di colpa per il pesante rallentamento nei due anni trascorsi, quando alla guida del processo c’erano il sindaco Biondi, con la delega alla ricostruzione privata, e Vittorio Fabrizi come dirigente. I ritardi non possono che essere imputati a loro».

«Logica vorrebbe – ha argomentato Palumbo - ci si preoccupasse di trovare le cause dei ritardi attraverso un’analisi attenta. Leggendo queste due delibere sembra che alla soluzione dei problemi si preferisce il clamore annunci. Sembra emergere anche il tentativo di rimuovere la trasparenza che ha contraddistinto gli atti della precedente amministrazione, introducendo discutibilissimi criteri discrezionali. E’ tutto surreale: l’assessore Fabrizi rinnega ciò che aveva fatto il dirigente Fabrizi».
 


LA DELIBERA 144
«Nella nostra delibera avevamo proposto una classificazione delle frazioni a seconda livello del danno, da D2 a D5. Seguiva una logica banale: in una frazione con più danni le famiglie costrette ad abbandonare le loro abitazioni erano di più. Ogni frazione era poi stata suddivisa in comparti: si pensava di intervenire per blocchi, in modo tale da consentire alle persone di poter rientrare. Lo si faceva secondo un criterio preciso, dando priorità ai comparti con più abitazioni principali e più attività commerciali. Oggi la nuova delibera cancella le priorità sulle frazioni. Cancella i comparti. Stabilisce un nuovo criterio: si istruiscono prioritariamente gli aggregati con abitazioni principali. E così mentre prima si denunciava la ricostruzione a macchia di leopardo, ora sarà a coriandolo. La delibera introduce anche una certa schizofrenia: da un lato si dà priorità alle abitazioni principali, dall’altro si introduce il principio del progetto unitario, ovvero di chi presenta spontaneamente un progetto con più aggregati. In quel caso la giunta valuterà la proposta e la trasmette al dirigente Usra chiedendo una deroga rispetto a un cronoprogramma che però è stato disarticolato completamente. Questo nuovo strumento va incontro agli annunci, penso per esempio al progetto “Poppletum” che riguarda Coppito. Cancellati i comparti, vengono traslati in mini comparti spontanei che nascono come funghi. Una deregulation totale. C’è poi un preoccupante principio discrezionale non demandato all’apparato tecnico, ma a quello politico che decide cosa istruire prima».

I DATI
Secondo Palumbo «la lettura dei dati fa pensare male». «Leggendoli non si giustifica delibera del genere. Dai numeri dell’Usra si evince che nelle 13 frazioni prioritarie è stato istruito l’86% della scheda parametrica parte prima e il 30% della scheda parte seconda. Tredici frazioni ormai sono partite. Per quanto riguarda le altre frazioni le percentuali scendono: 19% della Sp1 per quelle con danno medio e 5% di quelle con danno moderato. Parliamo, però, complessivamente di sole 400 pratiche. Serve rimettere in discussione un processo per 400 pratiche?».

IL VERO PROBLEMA
Il problema dei problemi, dice Palumbo, resta non affrontato: in sette mesi con Cialente sono stati pubblicati elenchi di lavori, con titolo edilizio, per 196 milioni; con Biondi in 20 mesi solo 174. Questo è il problema. È assurdo, quindi, che si mettano correttivi insignificanti quando i cantieri non si aprono. La delibera lascia a bocca aperta per l’inutilità, fallisce completamente obiettivo, stupisce che sia opera di Fabrizi. Per apportare correttivi hanno avuto due anni».

I COMMISSARI
Per quanto riguarda la delibera 145 sui commissari, invece, Palumbo ha ricordato che ne esiste una, la 336 del 16.6.2017, con la quale è stato approvato un disciplinare completo: dall’albo alle modalità degli incarichi, compreso il sorteggio pubblico a rotazione. Dopo due anni, inspiegabilmente, invece di applicare i criteri si decide di cancellarli. «Si decide semplicemente di introdurre il titolo di laurea. Non c’è traccia, poi, dell’estrazione pubblica. A voler pensare male viene da ritenere che sarà ancora la giunta a decidere quale commissario nominare».
 

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