Da Pescara a Montesilvano è strage di cefali. Sono giorni ormai che arrivano continue segnalazioni di queste specie di pesci morti lungo la battigia. Anche sui social impazzano le foto e i filmati girati da cittadini preoccupati. La gran parte delle immagini sono state immortalate nella zona a nord della foce del fiume Pescara e alla foce del Saline a Montesilvano. Considerando che il fenomeno è ben visibile già da qualche settimana, cresce il timore che possa trattarsi di una conseguenza dell'inquinamento del fiume e del mare, insomma di qualche sostanza presente nelle acque che provochi la morte dei pesci, o anche di una malattia.
Ma per Vincenzo Olivieri, veterinario e responsabile del Centro Studi Cetacei di Pescara, non è nulla di tutto questo. La spiegazione, a suo dire, è molto più semplice e meno allarmante rispetto a quello che si pensa vedendo tutti quei cefali spiaggiati. «In realtà – spiega il dottor Olivieri – quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è un fenomeno che si verifica tutti gli anni in questo periodo ed è dovuto al fatto che, in questo momento, ci sono tantissimi cefali che si avvicinano alle foci dei fiumi. Questa massiccia presenza, oltre ad attirare delfini e gabbiani, attrae anche i pescatori. E quindi vengo fatti grandi pescati di tali specie ittiche. A volte capita che le reti si rompono e i cefali fuoriescono, finendo a riva, altre volte vengono sfregiati e restano vittime, ad esempio, della pesca da strappo o di altri metodi».
«Escludo – prosegue Olivieri – che i cefali siano stati colpiti da qualche malattia.