Stop al decreto sviluppo, cantieri edili bloccati dopo la sentenza del Tar di Pescara

Contestata la discrezionalità adottata nel concedere i premi di volumetria

Stop al decreto sviluppo, cantieri edili bloccati dopo la sentenza del Tar di Pescara
di Paolo Vercesi
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Lunedì 13 Maggio 2024, 07:00

Una sentenza del Tar interviene sul meccanismo dei premi di cubatura ulteriori concessi dall’amministrazione comunale con l’applicazione del Decreto sviluppo e a Palazzo di città è scattato, in via cautelativa, il blocco dei cantieri edili per i quali quella stessa norma è stata applicata. E’ una bella grana quella che dal 6 maggio scorso sta mettendo in agitazione i tecnici dell’Urbanistica, ma anche la politica: era stato proprio il consiglio comunale, con la delibera numero 20 del 2023, a definire finalità e obiettivi posti dalla normativa di settore, autorizzando l’applicazione di ulteriori premialità in termini di volumetria rispetto a quanto già consentito dalla Legge regionale 49 del 2012. Valutazione in conseguenza della quale, sulle ceneri di diversi fabbricati demoliti sono sorti edifici ben più imponenti. A volte troppo, almeno secondo i firmatari del ricorso presentato al Tar per chiedere l’annullamento del permesso di costruire concesso alla società Fad per un immobile in via Oberdan. L’atto è firmato dai vicini di casa Filippa Straccialini e Andrea Cornacchia, rappresentati dall’avvocato Lorenzo Passeri Mencucci. La Fad Srl si è affidata ai legali Giulio e Pietro Cerceo, mentre per l’Avvocatura del Comune intervengono i legali Paola Di Marco e Filippo Paolini. La contestazione fa riferimento proprio a un progetto di demoricostruzione e lamenta presunte violazioni sulla normativa sulle distanze e sul carico urbanistico. Ragioni che la sezione staccata del Tar di Pescara ha accolto nella sentenza del giudice Massimiliano Ballorani (estensore), presidente Paolo Passoni. Tra i passaggi del testo si legge che «nel permesso a costruire sono richiamate la Legge regionale 49/2012 e successive modifiche ed integrazioni e la delibera di consiglio comunale numero 163 del 31 ottobre 2017...».

LA CIRCOLARE

L’Urbanistica del Comune è già corsa ai ripari.

Il dirigente Gaetano Silverii avrebbe già emanato una circolare che, nella sostanza, stabilisce che non verranno rilasciati permessi in relazione alla delibera ultima di consiglio comunale, la numero 20 del 2023. Si ritiene evidentemente che l’effetto del ricorso possa essere limitato solo a quest’ultima delibera e non vada esteso a quella antecedente, tuttavia richiamata nel pronunciamento del giudice (ma non impugnata). In ogni caso si tratta di un effetto domino importante dal momento che, anche volendo considerare solo la delibera consiliare del 2023, sono comunque decine i cantieri edili che vengono bloccati o soggetti al rispetto di quanto scritto in sentenza.

L’Avvocatura comunale dovrà procedere con un ricorso al Consiglio di Stato, mentre gli uffici nel frattempo saranno chiamati a una più approfondita interpretazione del provvedimento al fine di rispettarne alla lettera le disposizioni e scongiurare il rischio di sottovalutazioni con conseguenze più gravi. In ultima analisi va rilevato che già in sentenza viene indicata agli uffici tecnici di piazza Italia la via maestra per risolvere la questione. Il consiglio comunale, si legge, dovrà di conseguenza «rivalutare con nuova delibera l’attuazione della disciplina regionale di cui alla Legge 49 del 2012, alla luce dei principi illustrati nella presente sentenza, e non essendo pertanto certo se l’immobile in esame possa esservi ricompreso, appare evidente l’assorbimento, allo stato, delle ulteriori censure».

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