Orsa Amarena uccisa, la Procura cerca messaggi sui telefoni di Leombruni

Orsa Amarena uccisa, la Procura cerca messaggi sui telefoni di Leombruni
di Manlio Biancone
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 07:56

Sono i cellulari sequestrati dalla Procura di Avezzano al centro dell’inchiesta sull’uccisione dell’orsa Amarena e ieri mattina il procuratore, Maurizio Maria Cerrato, ha tenuto un nuovo accertamento tecnico. Erano presenti il perito del Pm, Luca Russo, e gli avvocati Stefano Guanciale e Berardino Terra che difendono Andrea Leombruni, il 56enne di San Benedetto dei Marsi accusato di aver sparato un colpo di fucile al plantigrado il primo settembre scorso.

I messaggi recuperati dal perito dagli smartphone dell’indagato e della moglie sono ritenuti fondamentali dagli inquirenti ai fini della ricostruzione della tragica storia. L’obiettivo è ricostruire al meglio gli ultimi istanti dell’orsa e scoprire se ci possano essere foto, video o indicazioni utili a valutare al meglio la dinamica della tragedia, scaturita dall’incontro fra il 56enne e l’orsa che era entrata nel recinto dell’abitazione. I legali dopo il confronto davanti al Procuratore non hanno rilasciato dichiarazioni e questo fa pensare che il perito ha forse individuato fatti nuovi all’interno dei messaggi che i due si sono scambiati quella notte. Il risultato della perizia comunque si conoscerà alla fine dell’anno e finirà poi nel fascicolo d’inchiesta.

Dalla perizia potrebbero anche emergere fatti interessanti ai fini investigativi perché pare che Leombruni, proprio in quei minuti appena precedenti il suo incontro fatale con l’orsa, avrebbe messaggiato con la moglie. Sarebbero stati anche rinvenuti messaggi di solidarietà da parte di coloro che non sono d’accordo con il movimento animalistico.

Per il resto la storia è nota: la Procura di Avezzano ha notificato un avviso di garanzia a Leombruni.

L’ipotesi di reato è di uccisione di animale per crudeltà o senza necessità. Contestualmente il Pm Cerrato ha nominato l’esperto di balistica, Paride Minervini, per tracciare l’esatta traiettoria del colpo di fucile che ha ucciso l’orsa Amarena rispetto alla posizione dell’indagato. L’esperto si era già occupato dell’uccisione dell’orso a Pettorano sul Gizio, avvenuta nel 2014 sempre per un colpo di fucile: il responsabile, un ex operaio Anas, fu poi condannato. L’esame autoptico sulla carcassa dell’orsa ha confermato che l’animale è stato raggiunto da un colpo di carabina, con un proiettile calibro 12 che l’ha colpita alla spalla perforando il polmone come ha stabilito l’esame necrologico condotto dal professor Rosario Fico. I risultati peritali confermano che Amarena non era in atteggiamento aggressivo, ma era sulle quattro zampe ed è stata colpita al fianco con un colpo. Il proiettile è stato individuato dalle lastre fatte sull’esemplare nella clinica dell’Università e poi estratto durante l’esame autoptico all’Istituto Zooprofilattico di Teramo. A giorni Minervini depositerà la perizia che sarà cruciale per definire le responsabilità dell’indagato.

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