Investito mentre va al cimitero a trovare il figlio, Giuseppe Marini muore a 76 anni: dramma a Teramo

Il caso in Abruzzo: l'uomo era stato travolto da un furgone che si era dato poi alla fuga senza soccorrerlo: subito rintracciato e denunciato

Investito mentre va al cimitero a trovare il figlio: muore dopo due mesi Giuseppe Marini, 76 anni
di Tito Di Persio
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Domenica 15 Ottobre 2023, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 11:54

Investito in bicicletta da un furgone pirata, muore a 76 giorni dall’incidente. Giuseppe Marini, 76 anni, era stato dimesso dall’ospedale la mattina per iniziare il percorso di riabilitazione nella clinica Sant’Agnese, a Scerne di Pineto, in provincia di Teramo. Il decesso è avvenuto venerdì notte. Sulla vicenda, la procura di Teramo ha aperto un fascicolo e disposto l’autopsia, fissata per martedì mattina, alle 10, e affidata all’anatomopatologo Davide Girolomi. Acquisite anche le cartelle cliniche.


LE INDAGINI
Il pirata della strada, grazie alle immagini delle videocamere di sorveglianza nella zona, venne rintracciato dai carabinieri la stessa sera dell’incidente: il mezzo fu sequestrato e il guidatore iscritto nel registro degli indagati per omissione di soccorso e lesioni gravissime, posizione che nelle prossime ore potrebbe aggravarsi.

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Gli amici di Giuseppe, che poche ore prima delle sua morte sono andati a trovarlo in ospedale, dicono: «Lo avevamo trovato bene. Faceva fatica a parlare, ma aveva un bel colorito. Voleva tornare a camminare. Il suo desiderio più grande era quello di tornare a casa al più presto e andare in barca a pescare. Pensava che il peggio fosse passato, ma non è andata così». L’incidente è successo la mattina del 27 luglio, alle 8,30, sulla statale 150, all’altezza del cimitero di Roseto. Giuseppe, Peppe, Marini, aveva detto alla moglie di voler andare a trovare il figlio Simone, morto in un incidente stradale una decina di anni fa. A pochi metri dall’ingresso del cimitero venne investito da un furgone bianco: il conducente scappò. Le condizioni dell’uomo vennero giudicate gravi: l’impatto gli causò un trauma cranico commotivo, la frattura di alcune costole e delle gambe. Portato al Mazzini di Teramo, fu ricoverato in prognosi riservata. Il giorno dopo, a causa di alcune emorragie, venne operato a un polmone e gli fu asportata la milza. «Ma Peppe è tosto», dicevano gli amici ed effettivamente era riuscito a superare il momento più difficile che lo ha visto lottare tra la vita e la morte. Un mese dopo il ricovero a Teramo, visti miglioramenti, fu trasferito all’ospedale di Atri, fino a venerdì mattina, quando è stato dimesso per iniziare la riabilitazione, ma purtroppo poche ore dopo è morto.
Peppe Marini era un commerciante e titolare di un laboratorio orafo, insieme al figlio, al centro di Roseto, dove lo conoscevano e stimavano tutti. Appassionato di tifoso di basket, come il figlio Simone, che il 5 settembre del 2013, perse la vita a 38 anni mentre andava in scooter, per un’incidente con un’auto che usciva da una traversa. E il padre si è portato dentro un dolore immenso: andarlo a trovare al cimitero gli dava sollievo. Ora riposeranno vicini.
 

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