Stefano Di Francesco sbalzato e ucciso a 34 anni dall'auto rovesciata: era un imprenditore di successo

Stefano Di Francesco sbalzato e ucciso a 34 anni dall'auto rovesciata: era un imprenditore di successo
di Patrizia Pennella
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Martedì 5 Dicembre 2023, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 13:07

E’ successo tutto in un attimo, in quel tratto di autostrada A25 che di incidenti ne ha visti già altri, nei pressi dell’innesto di Villanova dove la carreggiata si restringe. E’ morto poco prima di arrivare al lavoro Stefano Di Francesco, 34 anni, imprenditore di Alanno. Restano tutte da capire le ragioni per cui ha perso il controllo della sua auto, una Bmw serie 4 Gran Coupé. Era da solo in macchina e non ha colpito altri mezzi. La Bmw si è cappottata e lui è stato espulso dall’abitacolo, battendo violentemente sull’asfalto. Morto sul colpo.

Stefano Di Francesco era titolare, con i due fratelli, il gemello Simone e Manuel, di un’azienda metalmeccanica con sede a Villanova, la Rcm Center, che si occupa del taglio laser di tubi, travi e profilati metallici. Una realtà economica importante e all’avanguardia, molto conosciuta sul territorio. Il papà Claudio, a cui i tre figli erano legatissimi, è morto nel maggio dello scorso anno per un malore, un dolore non del tutto superato. Sia Stefano che i fratelli hanno seguito la strada dell’impegno civico per la comunità e nello sport: « Stefano ha giocato per cinque anni con la squadra, fino alla morte del padre - racconta il presidente del Real Alanno, Massimo Buccella -.

Tre fratelli eccezionali, di cuore, sempre disponibili, pronti ad aiutare la società sia finanziariamente che materialmente senza richiesta o possibilità di replica. Stefano amava stare sempre in mezzo alla gente. Un grande lavoratore, una persona piena di vita».

Con lo stesso affetto lo ricordano gli amici e i compagni di squadra. Solare e allegro, portava nell’azienda una ventata di freschezza con iniziative di promozione particolari. Ieri sono stati tanti gli amici che si sono recati alla Rcm per essere vicini alla madre e ai fratelli. «Un ragazzo splendido, con grandi qualità umane - afferma Luigi Albore Mascia - e un forte senso dei valori. Che insieme con i suoi fratelli ha portato e trasmesso nella gestione dell’azienda. Mancherà alla sua famiglia e mancherà alla sua città».
 

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