Ayrton Senna e quel legame profondo con Pescara

Il campione di Formula 1 morto 30 anni fa veniva spesso in Abruzzo e seguiva Il Delfino

Ayrton Senna all’Adriatico di Pescara con Gino Pilota. Dietro: Scibilia
di Giovanni Tontodonati
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Venerdì 3 Maggio 2024, 07:33

Il bel feeling tra Pescara e Ayrton Senna. A 30 anni dalla scomparsa il fuoriclasse della Formula 1 resta un monumento dello sport mondiale. Chi ha vissuto quel periodo ricorda che il pilota brasiliano, morto il primo maggio del 1994 sul circuito di Imola durante il Gran Premio d’Italia, si vedeva spesso dalle nostre parti. Merito del compianto Gino Pilota, allora manager Benetton e presidente della gloriosa Sisley Pescara di pallanuoto, che con il campionissimo aveva stretto un legame forte. Pilota lo ospitava nella sua villa in collina a Francavilla, lui e la moglie Jutta attendevano Ayrton anche quel maledetto primo maggio al termine della terribile corsa che se lo è portato via per sempre. Senna era affezionato alla famiglia Pilota e all’Abruzzo, sulla costa adriatica aveva individuato il suo tranquillo rifugio, dove ricaricare le energie e prepararsi alle sfide successive. Non solo, il campione delle quattro ruote trovava anche il modo di svagarsi un po’ e trascorrere qualche ora di divertimento.

Ad esempio, sono indimenticabili i duelli in giardino con le auto radiocomandate con l’austriaco Gerhard Berger, anche lui ex pilota di Formula 1, suo compagno dal 1990 al 1992 alla McLaren che qualche volta lo raggiungeva in riva all’Adriatico. Senna si divertiva anche sfrecciando con le moto d’acqua sul mare di Francavilla e per tenersi in forma si recava allo stadio Adriatico alla fine degli allenamenti dei biancazzurri. Indossava il cardiofrequenzimetro e cominciava a correre. Pure in questo caso c’era lo zampino di Pilota, ai tempi molto vicino al club presieduto da Pietro Scibilia. Ayrton raggiungeva lo stadio a bordo di una 500 rossa, di proprietà di Pilota, e veniva accolto da Giovanni Galeone, Edi Reja e altri membri dello staff. «Era velocissimo, sempre in gran forma» hanno raccontato più volte i due ex allenatori biancazzurri sottolineando la sua statura morale: «Una persona squisita». Addirittura, nel 1992, Senna giocò all’Adriatico segnando anche un gol nel corso di una partita tra la Nazionale piloti e una rappresentativa di politici ed ex giocatori. Erano i tempi in cui Galeone conquistò la sua seconda promozione in Serie A alla guida del Pescara.
Qualche anno fa, il teramano Gianfranco Mazzoni, storico giornalista Rai e commentatore della F1, rivelò un aneddoto.

Prima dell’inizio del GP d’Australia del 1993, Ayrton incrociò Mazzoni e gli chiese informazioni sul Delfino. Più precisamente gli domandò se la squadra avesse qualche chance di evitare la retrocessione. Purtroppo l’impresa non venne centrata, il Pescara tornò in B chiudendo il campionato in ultima posizione. Senna era inserito nell’ambiente pescarese, la prima visita in Abruzzo nel 1988, ma al tempo stesso la sua presenza non era ingombrante.

Amici e conoscenti rispettavano la riservatezza di un campione che ha lasciato un ricordo indelebile nelle menti e nei cuori degli sportivi di tutto il mondo. Era un campione anche fuori dalla pista, faceva beneficenza in silenzio destinando parte dei suoi guadagni ai più bisognosi. Dopo la morte sua sorella Viviane costituì la Fondazione Ayrton Senna, che dà la possibilità a molti bambini brasiliani poveri di ricevere un’adeguata educazione. Pilota geniale, vinse tre Mondiali conquistando 41 gran premi, 65 pole e 80 podi. L’incidente di Imola fu causato dal cedimento del piantone dello sterzo della sua Williams, per una tragica fatalità il braccetto della sospensione si staccò e andò a conficcarsi nel casco colpendo in testa il pilota. I soccorsi furono immediati, venne trasportato nell’ospedale di Maggiore di Bologna, ma non ci fu nulla da fare.

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