Geloso, prende la ex per i capelli e la stupra: condannato a sei anni e sei mesi

Geloso, prende la ex per i capelli e la stupra: condannato a sei anni e sei mesi
di Manilio Biancone
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Sabato 20 Gennaio 2024, 07:29

Stuprò la sua ex, condannato a sei anni e sei mesi dal collegio del Tribunale di Avezzano, presidente Marianna Menotti, a latere i giudici Francesca d’Orazio e Paolo Lepidi. Dopo dieci anni arriva la pesante condanna per V.G. 32 anni, di Lecce dei Marsi, per violenza sessuale, stalking e lesioni nei confronti dell’ex compagna, della stessa età, che lo aveva lasciato dopo aver vissuto con lui per tre anni. Stanca, lei era fuggita in lacrime dalla mamma, raccontandole tutto. Il giovane però non voleva perderla e una gelosia viscerale lo aveva portato a commettere soprusi e violenze continue nei confronti della donna. Le telefonava continuamente, si recava giornalmente sotto la sua abitazione, minacciava la madre dicendole di stare attenta perché gliela avrebbe fatta pagare.

La vittima ha raccontato tutto ai giudici: «Lui, un giorno di ottobre del 2014, si è recato presso la mia abitazione e prendendomi per i capelli mi ha costretto a salire sulla propria autovettura e mi ha portato nell’appartamento in cui avevamo convissuto. Dopo avermi sottratto il cellulare mi ha colpito con schiaffi e pugni e mi ha costretta ad un rapporto sessuale contro la mia volontà». La brutta storia è iniziata nel 2014, quando la giovane, assistita dall’avvocato Stefania De Simone, del foro di Avezzano, si è presentata allora ai carabinieri della stazione locale per denunciare il tutto, squarciando il velo su mesi di paura.

La denuncia ripercorre tre anni di relazione, dal 2011 al 2014, in cui assieme alla violenze fisiche sono raccontate le persecuzioni e le gelosie.

Anche i rapporti sessuali: lei si era limitata a subirli, senza viverli e riuscire a individuarli come tali. E come tutte le vittime in balìa del proprio aguzzino, lo aveva anche difeso in più circostanze. Ma l’incubo non era finito dopo essere fuggita da quella casa. Lui infatti aveva continua a seguirla: in paese e in altre città, telefonandole continuamente e minacciandola. Tanto che la giovane era costretta a uscire sempre con la madre al fianco. La Procura ha fatto scattare le indagini e con l’aiuto non solo della vittima, ma anche di altre testimonianze, ha chiesto che l’uomo venisse processato, ma la sentenza di primo grado, del tribunale collegiale di Avezzano, è arrivata solo dopo 10 anni, quando il giovane è stato condannato a sei anni e sei mesi di reclusione per violenza sessuale, stalking e lesioni verso l’ex compagna.

Ma non è tutto: è stato interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, e all’amministrazione di sostegno, privato del diritto di alimenti, ed escluso dalla successione dell’ex compagna, con confisca e distruzione di quanto in sequestro, risarcimento per i danni subiti dalla ex e dalla madre. E’ stato scagionato dall’accusa di aver incendiato l’auto della madre della ragazza, che era parcheggiata sulla strada. La Procura di Avezzano, dopo le indagini dei carabinieri, aveva chiesto il processo per questo episodio ma anche per le minacce alla madre della giovane, ma i reati si sono prescritti.

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