L'Aquila, botte alla moglie dopo l'aborto: 50enne in manette

L'Aquila, botte alla moglie dopo l'aborto: 50enne in manette
di Marcello Ianni
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Domenica 16 Luglio 2023, 09:19

Tornata dall'ospedale dopo un aborto, sarebbe stata presa a calci e pugni e trascinata per i capelli fuori l'abitazione dal compagno. Non solo. Insulti, minacce e frasi offensive rivolte anche ai due figli di 13 ed 11 anni, costretti a sentire dalla viva voce del padre rivolgendosi alla loro madre frasi del tipo: «Ti dovevo uccidere prima». Così per un uomo di 50 anni, disposizione del Gip del Tribunale dell'Aquila, e come richiesto dal Pm, Guido Cocco, si sono aperte le porte del carcere per maltrattamenti in famiglia, dopo le indagini portate avanti dai carabinieri.

Un quadro famigliare a dir poco desolante quello cui una mamma ed i suoi figli minori sarebbero stati costretti a convivere da tempo, con l'arrestato, dimorante nel piano sottostante quello dei suoi familiari. E così dalle denunce e testimonianze sarebbe venuto a galla come l'uomo si rivolgeva alla figlia etichettandola come una prostituta e il figlio maschio come un escremento sottolineando «io non sono più vostro padre».

Sempre stando alle ipotesi iniziali dell'accusa, il 50enne aquilano non avrebbe risparmiato parole di minacce neppure quando dal figlio aveva appreso che sua figlia caduta dalla bicicletta era stata costretta a fare ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso: «Vi faccio vedere io quando tornate cosa vi succede».

In un'altra occasione l'arrestato in un momento di agitazione ha devastato le suppellettili e i mobili della stanza da pranzo; calci e pugni alla compagna dopo la nascita della figlia tanto a tal punto che per accompagnare l'altro figlio al pullmino che lo accompagnava alla scuola, sarebbe stata costretta a usare un bastone per appoggiarsi, proprio in conseguenza delle percosse subite.

Sempre secondo l'accusa l'uomo avrebbe picchiato la compagna con la cinta di cuoio e la fibbia di ferro. Sul posto erano intervenuti i carabinieri che avevano consigliato alla donna di farsi curare dai medici del Pronto soccorso, cosa che però non avvenne.

Di ritorno da una festa, alla richiesta del figlio minore di prendere lo zaino che aveva lasciato all'interno dell'auto, l'uomo avrebbe insultato moglie e figli, prendendo poi a calci nel sedere il minore. Un pericolo attuale e concreto di reiterazione di delitti della stessa indole di quelli già oggetto d'indagine che hanno convinto il sostituto procuratore della Repubblica Guido Cocco prima e il Gip Niccolò Guasconi, poi, ad emettere per il 50enne, la misura cautelare dell'arresto in carcere.

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