Asl L'Aquila, i sindaci guidano
la rivolta: «Manager del territorio»

L'ospedale dell'Aquila (Foto Vitturini)
di Stefano Dascoli
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Venerdì 5 Febbraio 2016, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 09:24
L'AQUILA - Non sarà semplice scegliere il successore di Giancarlo Silveri alla guida dell'Asl unica provinciale. La situazione è diventata esplosiva: il territorio, ma in particolare la città dell'Aquila, si è mobilitato come raramente era accaduto per sostenere la necessità di una nomina «interna», in contrasto aperto con la posizione del sindaco Massimo Cialente che, invece, gradirebbe un manager da fuori «non medico». Lo scenario è complesso perché, ovviamente, la questione è tutta politica e non solo interna alla maggioranza di centrosinistra che governa Comune e Regione. La «rivolta», perché tale è, coinvolge da ieri a pieno titolo anche 35 sindaci: Federico, D'Alfonso, Tomassetti, Ciotti, Mucciante, Di Cesare, Santavicca, Di Paolo, Gialloreto, Eusani, Silveri, Cappelli, Fracassi, Nardis, Berardinangeli, Gentile, Camilli, Ciancone, D'Amore, Cassiani, Sirolli, Giorgi, Gattuso, Matarelli, Di Ciccio, Di Carlantonio, Di Stefano, Angelosante, Pelosi, Anastasio, Fasciani, Marganelli, Di Braccio, Marrocchi, Giammaria. «In qualità di massima autorità sanitaria locale -hanno scritto- riteniamo che il nuovo direttore generale debba essere espressione del territorio! In maniera strumentale si sta dipingendo una situazione critica che non esiste: questo territorio non può essere oggetto di strategie distruttive da parte di chi non conosce o non vuole conoscere le reali condizioni e le priorità della nostra provincia». Nella partita c'è anche l'università, sebbene ieri la rettrice Paola Inverardi, con una nota stringata, abbia ricordato «con rammarico che la mancata istituzione dell'azienda mista università/ospedale impedisce che l'università, sebbene fornisca una gran parte dei medici per lo svolgimento delle attività assistenziali, possa concorrere ad esprimersi istituzionalmente».

LO SCONTRO
A guidare il fronte contrario alla nomina esterna auspicata da Cialente è stato fino dal primo momento Pierpaolo Pietrucci che ieri ha rincarato: «La scelta di un personalità interna, già fatta nell'area di Chieti e Pescara, assume nell'area aquilana valenza ancora maggiore, che non esito a definire politica. Un professionista esterno, per quanto bravo e capace impiegherà mesi per conoscere a fondo una struttura così vasta e complessa. Si rischia, nel rodaggio, di perdere opportunità importanti». Ma Cialente tiene il punto: «Serve un manager, non un medico -ha detto ad AbruzzoWeb- Sono due mestieri diversi. Questa cosa dell'aquilanità è stupida». L'Ugl, con Giuliana Vespa, ha detto che non si può non tenere conto dei 35 sindaci e ha invocato un passo indietro di Cialente e D'Alfonso. Forza Italia, con Liris e Iampieri, chiede a gran voce una nomina interna: «La scelta esterna sarebbe ingiustificabile e difficilmente comprensibile». Liris è stato ancora più tranchant: «Se un medico non può guidare un'Asl, con quali competenze potrebbe mai riuscire ad amministrare una città capoluogo di regione?». Critiche anche dalla maggioranza in Comune: Giuliano Di Nicola, Idv, ha invocato una scelta «all'interno della città, al massimo in provincia». Una cosa pare certa: sarà impossibile far quadrare il cerchio. Qualcuno, questa battaglia, la perderà.
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