Perdonanza, arde il fuoco
della pace. Le lacrime di Cialente

Perdonanza, arde il fuoco della pace. Le lacrime di Cialente
di Antonella Calcagni
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Martedì 23 Agosto 2016, 21:55 - Ultimo aggiornamento: 22:16

L'AQUILA - Il fuoco della fede di Edwin Ese è ancora acceso e gli scalda il cuore, nell'ultimo tratto che porta sul sagrato della basilica di Collemaggio. É lui il tedoforo, simbolo dei nuovi martiri cristiani scampati alla guerra di religione in Nigeria, perseguitato perché cristiano. É giunto in Italia sul barcone lasciando il suo cuore in Africa dove ha perso la moglie e il figlio di due anni sotto le bombe. Edwin, nonostante tutto crede in un mondo migliore, crede nel messaggio di pace di Celestino V del quale oggi più che mai, dopo 722 anni, c'è un disperato bisogno. Nel segno della tradizione, come ogni anno, alle ore 20.30, con l’arrivo della Fiaccola del Perdono, è stato acceso dal sindaco il Tripode della Pace che illumina la settimana delle celebrazioni Celestiniane. Con Edwin il nipote di Tullio De Rubeis (omonimo) il sindaco che volle la rinascita della Perdonanza. Gremita piazza San Bernardino, meno nutrita la tribuna delle autorità. É stata l'ultima volta da sindaco per Massimo Cialente, che ha aperto gli interventi istituzionali prima di accendere il Tripode: "E' il momento del bilancio di questi dieci anni – ha detto commosso – Prima di me scandali e debiti, noi ci demmo l'obiettivo di farla ripartire facendola tornare alla spiritualità. C'è un prima e un dopo il terremoto anche per la Perdonanza. Anche nel 2009 ricordo la disperazione di partire da solo con la Bolla. Poi c'è stata la rinascita e il coinvolgimento delle scuole. Anche la Regione potrà raccoglierne l'eredità".

L'ADOZIONE - All’invito lanciato dal sindaco Massimo Cialente alla Regione per sostenere sempre più la manifestazione ha risposto prontamente il governatore Luciano D’Alfonso: «Accolgo l'impegno di adottare la Perdonanza facendo in modo che negli anni futuri diventi quello che è stato sempre e in più una grande occasione di riflessioni sulle sedi e sulle religioni». L’intervento del presidente della Regione si è sviluppato attorno al concetto del perdono, esaltando la capacità che hanno avuto gli aquilani di ricostruire. Capacità riconosciute in tutto il mondo, come ha detto D’Alfonso.
 

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