Spoleto, si dimette il sindaco Benedetti
«La crisi economica è diventata politica»

Spoleto, si dimette il sindaco Benedetti «La crisi economica è diventata politica»
di Ilaria Bosi
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Lunedì 14 Ottobre 2013, 20:45
SPOLETO - Dimissioni. Come da copione. durato 23 minuti l'intervento con cui il sindaco Daniele Benedetti ha motivato le sue dimissioni, facendo un ulteriore invito alle forze politiche di scegliere la soluzione dell'amministrazione ordinaria.

Tra metafore, similitudini e un po' di inevitabile retorica, Benedetti ha di fatto ripetuto quanto detto negli incontri con la gente che si sono svolti nei giorni scorsi, senza omettere di rimarcare il grave segnale della scarsa partecipazione popolare. «La crisi economico-finanziaria che si è registrata - ha detto - è diventata crisi politica». Benedetti ha detto di volersi prendere le sue responsabilità, invitando i suoi predecessori a fare lo stesso. «Una volta che il problema è emerso - ha detto - non si scappa. Le soluzioni esistono sempre, basta trovarle. Il regolamento dei conti va fatto dopo».



Poi, sull'eventuale commissariamento: «Dare la città al commissario non significa consegnarla al diavolo ma è comunque una sconfitta. Non sarebbe quindi meglio discutere insieme, condividere ragionamenti di buon senso?». Un appello prevedibile ad appoggiare la prosecuzione del suo mandato, condividendo il percorso del piano di rientro. «Il mio unico obiettivo - ha detto Benedetti - è ridare operatività al Comune. Rientrare dal disavanzo in tre anni è possibile e questa è una buona notizia. Purtroppo per molti il problema sono stato più io che la situazione che si è generata».



Alle 19.47 l'annuncio delle dimissioni: «Non voglio essere d'intralcio - ha detto Benedetti - spero che da qui si riparta per la strada dritta. Vorrei ricordare che la primavera arriva dopo l'inverno e siamo ancora in autunno. Vi chiedo di dare disponibilità non al sindaco, ma alla città di Spoleto, che dopo questo piano di rientro potrà essere una delle poche in Italia ad avere il bilancio pulito, chiaro, quadrato». Poi la chiosa: «La sfida è questa: far uscire dalla difficoltà del momento una città forte, capace da sola di costruirsi, di tracciare il suo cammino». D'ora in poi ci sono 20 giorni di tempo per revocare le dimissioni e portare avanti le trattative per riguadagnare numeri. Fra dieci giorni, del resto, verrà discussa la mozione di sfiducia. In apertura, e per circa un'ora e mezzo, il consiglio si era arrovellato sulla legittimità della mozione presentata da Maurizio Hanke (Api-Terzo Polo) e Aliero Domini (gruppo misto). I consiglieri chiedono in sostanza di prendere in considerazione le criticità manifestate sul riaccertamento dall'ex direttore generale Angelo Cerquiglini, secondo il quale il buco sarebbe di 5 milioni di euro e non quasi dieci, come emerso dalle verifiche effettuate dopo le sue dichiarazioni nel consiglio comunale del 17 giugno. Hanke e Dominici, in virtù di ciò, chiedono quindi di ricalcolare l'entità del disavanzo e sospendere la delibera con cui la giunta, lo scorso 16 settembre, ha dato per buoni gli esiti del riaccertamento.



Tra sospensioni e battibecchi di natura procedurale, è stato il segretario Mario Ruggieri a dichiarare non accoglibile la mozione, per cui era stata richiesta l'urgenza. Intanto il Pd ha annunciato che Daniela Tosti è il nuovo capogruppo: prende il posto di Marco Trippetti, costretto ad allentare per motivi personali.
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