Stazione spaziale: sgomberato un modulo, ma era un falso allarme, il tweet di Samantha Cristoforetti

Stazione spaziale: sgomberato un modulo, ma era un falso allarme, il tweet di Samantha Cristoforetti
di Paolo Ricci Bitti
7 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Gennaio 2015, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 19:46

E' la stessa Samantha Cristoforetti con un tweet a tranquilizzare noi umani: «Ciao a tutti e grazie per la vostra preoccupazione. Stiamo tutti bene e stiamo lavorando nei moduli russi della stazione spaziale. Seguite gli aggiornamenti sugli account @Nasa @Space_Station».

Già un altro tweet della Nasa di Houston aveva riassunto l'emergenza vissuta dai sei astronauti sulla Stazione spaziale internazionale, fra i quali Samantha Cristoforetti: #ISS crew inside Russian segment after a coolant pressure alarm. No signs of a leak. Controllers are assessing 14 Gen 2015. Ovvero nessuna fuga di ammoniaca, il cui timore ha tuttavia causato lo sgombero di una parte della stazione.

Una situazione che è stato possibile seguire in diretta grazie grazie agli esperti del al sito AstronautiNews.it.

«Samantha sta bene, si è trattato solo di un'anomalia» perché «non c'è stata nessuna perdita di materiali nocivi». Ad affermarlo all'Adnkronos sono fonti Asi nel riferire le ultime informazioni arrivate dalla Nasa e dall'Esa.

«Non c'è stata alcuna fuga di materiali nocivi, nessuna perdita, si è trattato solo di un'anomalia» ad un apparato, affermano dall'Agenzia Spaziale Italiana riguardo quanto invece diffuso dall'agenzia spaziale russa Roscosmos che ha parlato fuga di sostanze nocive sul segmento americano della Stazione Spaziale Internazionale.

«Tutto l'equipaggio è tranquillo e Samantha Cristoforetti sta benissimo. Nessuno ha indossato maschere di protezione» ribadisce la fonte Asi spiegando ancora che «a seguito dell'anomalia, è solo scattato un allarme».

Un falso allarme, è stato poi stabilità in serata. A bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) si temeva una fuga di ammoniaca, un problema che avrebbe esposto i 6 astronauti dell'equipaggio a rischi seri, ma dopo ore di verifiche la conclusione delle analisi condotte dal centro di controllo della Nasa a Houston è che sia stato un falso allarme, dovuto molto probabilmente al cattivo funzionamento di un computer. «Non c'è stata alcuna conseguenza sugli esperimenti scientifici a bordo», ha detto il responsabile della Iss per la Nasa, Mike Suffredini. Sono oltre 200 gli esperimenti in corso sulla Stazione Spaziale e, fra questi, dieci sono italiani, condotti dall'astronauta Samantha Cristoforetti nell'ambito della missione Futura, dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

L'allarme scatta alle 10 del mattino italiane, quando gli strumenti di bordo indicano un'anomalia nella pressione del circuito del liquido refrigerante nel segmento americano della Stazione Spaziale, in prossimità del nodo 2, Harmony, che collega i laboratori americano, europeo e giapponese.

«Si rileva un aumento di pressione nel circuito dell'ammoniaca», dice il responsabile della Iss per l'Agenzia Spaziale Europea (Esa), Bernardo Patti. Si pensa ad una perdita nel circuito di raffreddamento necessario per stabilizzare la temperatura all'interno della Stazione Spaziale. Ma questa è solo un'ipotesi da verificare. Scatta comunque l'allarme e da Terra arriva agli astronauti l'ordine di trasferirsi all'interno del segmento russo. È una misura precauzionale, ma necessaria: al comandante Barry Wilmore, all'americano Terry Virts e all'italiana Samantha Cristoforetti, dell'Esa, viene detto di indossare le maschere e di trasferirsi nel modulo russo Zarya.

Qui si trovano già i cosmonauti Alexander Samokutyaev, Elena Serova e Anton Shkaplerov. Insieme chiudono il portello che li separa dal nodo 2, Unity, e dal resto della Iss. Gli astronauti «sono al sicuro all'interno del modulo russo, isolati in via precauzionale dal modulo americano», spiega il capo degli astronauti dell'Agenzia Europea (Esa), Frank De Winne. In caso di necessità, aggiunge, nel modulo russo «hanno tutto ciò che serve per trascorrere anche un lungo periodo».

Dopo non molto tempo arriva un tweet da Samantha Cristoforetti: «grazie a tutti - scrive - stiamo tutti bene qui nel segmento russo e siamo al sicuro». Nel frattempo dal centro di controllo della Nasa a Houston proseguono le verifiche dei tecnici, che nell'arco di alcune ore giungono alla conclusione che si è trattato di un falso allarme, scattato a causa del malfunzionamento del computer chiamato Mdm (multiplexer-demultiplexer), collegato a quattro sensori andati fuori uso.

È stato questo guasto a innescare la serie di errori che inizialmente avevano fatto temere una fuga di ammoniaca. Insieme alla depressurizzazione, le perdite di ammoniaca e gli incendi sono le tre maggiori emergenze possibili a bordo della Stazione Spaziale. Fortunatamente in questo caso non è avvenuto nulla di critico e il ritorno alla normalità è una questione di ore. «Il tempo necessario - ha detto Patti - a ripristinare tutti i sistemi, disattivati in via cautelativa non appena era scattato l'allarme».

Era stato possibile seguire lo scenario della concitata giornata sull'Iss garzie al sito Astronauti New.

Il “sovraffollamento” del segmento russo ha portato nel corso della mattinata ad alcuni ulteriori allarmi incendio, tutti prontamente accertati come falsi positivi.

IL DIALOGO TRA LA STAZIONE E HOUSTON

[B] – Houston, avanti.

[H] – Ehi Butch, nessun cambiamento allo step di cui discutevamo prima, a proposito del circuito Bravo, i circuiti LTL, e la perdita, e tutta quella roba di cui abbiamo parlato. Stiamo ancora procedendo con cautela con gli spegnimenti. Ci sono diverse cose che abbiamo deciso di non spegnere, che teniamo su. Abbiamo anche evitato di svuotare il circuito Bravo, dato che si tratta di un passo irreversibile (cioè lo svuotamento nello spazio del contenuto in ammoniaca del circuito di raffreddamento B della ISS, ndr).

Quindi, la situazione generale è questa: stiamo ancora cercando di capire cosa sia successo. Non siamo del tutto convinti che si tratti di una vera perdita di ammoniaca, come avrai già capito dal fatto che abbiamo iniziato (ad applicare certe procedure, ndr), poi ci siamo fermati, e poi ricominciato da capo.

Potrebbe esserci la possibilità che si tratti di una combinazione di sensori difettosi, di un fallimento parziale dell’MDM (computer che si occupano di ricevere la telemetria dai trasduttori e di girarla ai computer principali, ndr) e di effetti termici, che tutti insieme e nell’ordine sbagliato hanno fatto sembrare questa cosa una classica perdita di ammoniaca.

In sostanza, abbiamo qui tutti gli esperti ora, e stanno analizzando i dati. Abbiamo tutti i cervelloni che stanno dando un’occhiata e stiamo cercando di capire cosa sta succedendo. In questo momento il dP/dT (derivata prima della pressione rispetto al tempo, in altre parole la misura di eventuali variazioni della pressione atmosferica interna alla ISS, ndr) è ancora molto stabile. A volte sembra esserci un lieve incremento ma di certo non cresce velocemente. Abbiamo almeno un altro giorno buono prima che i livelli si avvicinino a qualunque limite che richieda uno scarico della pressione, o qualcosa di simile.

Quindi restiamo nella configurazione attuale; qui sono arrivati tutti e stanno discutendo dei dati (di telemetria, ndr), dissezionando questa cosa e cercando di capire esattamente cosa sia successo.

[B] – Mille grazie per questo riassunto, lo apprezziamo molto. Restiamo in attesa e se possiamo fare qualcosa puoi contare su di noi. Grazie ancora.

[H] – Sì, vorremmo aver qualcosa in più da farvi fare ragazzi, ma per ora nulla, quindi, godetevi il vostro giorno libero a sorpresa. Vi terremo informati non appena avremo capito bene questa storia. Come ho detto, la buona notizia in questo momento è che non siamo del tutto convinti che abbiamo davvero avuto il grave problema di cui sembravamo avere indicazione. Chiaramente abbiamo fatto la cosa giusta visti i segnali che avevamo, ma stiamo ancora cercando di capire la reale natura di questo evento.

Ricordiamo che le notizie sono riprese da AstronautiNEWS che registra costantemente lo streaming Iss Live di Nasa su Ustream.

Astronautinews ricorda che la fonta di questa emergenza è il loop audio/video di NASA, che viene trasmesso su Ustream http://www.ustream.tv/channel/live-iss-stream.

L'ADDESTRAMENTO DI SAMANTHA

L’equipaggio è ovviamente addestrato per la gestione di tale tipologia di emergenza , questo è quello che raccontava l’astronauta italiana durante l’addestamento nel suo diario:

“Più che un incendio e la depressurizzazione, lo scenario che richiede una risposta immediata senza scherzi è una perdita di ammoniaca in cabina. Se vi state chiedendo da dove quell’ammoniaca potrebbe venire, ecco un po’ di informazioni di base sulla progettazione della ISS. Tutto l’equipaggiamento che abbiamo a bordo genera molto calore, di cui dobbiamo liberarci in qualche modo. Ecco perché abbiamo condutture di raffreddamento che corrono lungo tutta la Stazione: attraverso delle piastre fredde e gli scambiatori di calore della cabina, l’acqua in quelle condutture raccoglie il calore. Nelle condutture abbiamo scambiatori di calore di interfaccia, in cui il calore viene trasferito dalle condutture di raffreddamento interne a quelle esterne. E in queste ultime, avete indovinato, abbiamo l’ammoniaca ... Cosa accade se c’è una rottura in quell’interfaccia, lo scambiatore di calore? Beh, visto che le condutture esterne sono a una pressione più alta, è probabile che l’ammoniaca fluirebbe nella cabina.

L’ammoniaca è estremamente tossica e ha un odore molto caratteristico. Tuttavia, se la perdita è abbastanza piccola, il sistema di autorilevamento del veicolo o il controllo a terra potrebbero notarla per primi, osservando un aumento nella quantità di fluido negli accumulatori del sistema di raffreddamento: visto che non stiamo aggiungendo alcuna acqua, un aumento nella quantità deve venire dall’ammoniaca.

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