Obiettivo Marte, Samantha Cristoforetti all'anteprima di The Martian: «Una sonda aprirà la strada»

Obiettivo Marte, Samantha Cristoforetti all'anteprima di The Martian: «Una sonda aprirà la strada»
di Paolo Ricci Bitti
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Martedì 29 Settembre 2015, 22:53 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 04:23
«Per quanto se ne attendesse solo la conferma, la notizia della presenza certa di acqua allo stato liquido su Marte è meravigliosa: pensate solo al fatto, enorme, che potrebbe essere non necessario portarsela dalla Terra durante le missioni» dice l’astronauta Samantha Cristoforetti, in forma magnifica, nella serata più marziana di sempre allestita sul nostro Pianeta.



Tra realtà e fantascienza, prima di decollare per Marte con le missione ExoMars perché da sempre, nello spazio, i robot hanno preceduto gli umani, c’è tuttavia da perdersi tra i remoti palazzoni di Tor Vergata che ospitano l’Agenzia spaziale italiana, trasformati in qualcosa a metà tra una base marziana e una sala cinematografica per la ”prima” di The Martian di Ridley Scott. È che però la notizia del giorno (appunto l’acqua liquida su Marte) non è compresa nel film del giorno, forse dell’anno per la gioia della 20th Century Fox, i cui scenari attraversati da Matt Demon, alias Mark Watney, sono sempre totalmente aridi. Ma niente paura: il coraggioso astronauta-botanico-Robinson Crusoe del 2045, che esiste solo nella fantasia della scrittore Andy Weir dal cui romanzo è stato tratto il film, è affiancato questa sera da un’astronauta in carne e ossa e tuta blu d’ordinanza carica di record come Samantha Cristoforetti. E dal professore Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Asi.



«Non è male - dice il fisico - avere tanta attenzione su Marte in questi giorni sia per la questione dell’acqua sia per l’uscita di questo film, credibile in molti aspetti: tra pochi mesi, nel marzo 2016 partirà la prima tranche di ExoMars che permetterà, nel giro di quattro anni, la più approfondita esplorazione di Marte con l’esplicita ricerca di tracce di vita che la presenza di acqua ”liquida” rende assai più probabili: grazie in particolare alla tecnologia italiana potremo perforare il suolo marziano fino a due metri di profondità».



Detto che la coincidenza tra l’uscita del film e la conferenza della Nasa sulla scoperta dell’acqua è benevolmente sospetta, The Martian permette davvero di mostrare molto di ciò che attende Samantha Cristoforetti («Magari, ora non ci sono i presupposti tecnici, ma partirei subito») o i suoi successori. «L’esplorazione robotica - continua la prima astronauta italiana facendo eco a Fabio Favata, coordinatore di questo settore all’Agenzia spaziale europea - è determinante per testare materiali e accumulare conoscenze. Preoccupata perché un’eventuale missione, e forse il 2035 di cui si parla ora mi pare un po’ troppo ottimistico, durerebbe due anni tra andata, permanenza e ritorno? «No di certo, e poi proprio grazie a ExoMars procede la ricerca di vettori più veloci».



«Non c’è solo l’aspetto dell’esplorazione - riprende il professor Flamini - che ExoMars portarà a livelli mai raggiunti prima, ma dobbiamo pensare che, per quanto possa sembrare lontano, l’obiettivo sarà quello di reperire risorse per il futuro dell’umanità, come ha invitato a fare del resto, in questi giorni, l’astrofisico Hawking preoccupato dalle condizioni della Terra».
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