Il leader del gruppo, Paolo (pianoforte e voce) e Bruno (chitarre), erano figli d'arte (il padre Ardelio era un violinista toscano e autore di canzoni e la madre Maria un'apprezzata pianista), si trasferirono a Roma. Lì incontrarono Giulio Leofrigio (batteria) e Giampaolo Borra (basso), che si unirono al loro progetto musicale. Inizialmente faceva parte del gruppo anche Antonio Rapicavoli (sassofono), che lasciò il complesso dopo la pubblicazione dei singoli L'Aquilone, che ebbe un successo immediato nel '68, e Concerto che l'anno dopo bissò il risultato del primo. Seguirono 'Fantasia', che nel '70 partecipò ad Un Disco per l'Estate, e nel '71 'Ombre di lucì e 'Isa Isabella'. Il coraggioso esordio su 33 giri è del 1972 con 'Dove era lei a quell'orà. Nel '73 esce '...E mi manchi tanto', una raccolta di inediti e vecchi brani del repertorio che scala l'hit parade. 'Jenny e la bambola' (1974) come anche il successivo 'Le maschere infuocate' (1976) risultano due LP imprescindibili nel panorama della canzone melodica italiana, nei quali il gruppo raggiunge l'apice artistico. Il quinto album «A canzuncella' (1977) riscuote molto successo tra il pubblico, grazie soprattutto alla title-track, che diventa un classico della moderna canzone napoletana, reinciso da moltissimi artisti tra cui Enrico Ruggeri nell'album 'Contattì nel 1989 e Ornella Vanoni nell'album 'Un panino una birra e poi...' nel 2001. Anche il successivo Liù (1978) è un successo, e con la title track il gruppo vince il Festivalbar 1978. Dopo un paio di episodi discografici meno significativi, il gruppo, privo di contratto discografico, continua l'attività dal vivo, per poi ritornare in sala d'incisione sporadicamente a partire dagli anni '90.
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