Violenta la moglie davanti alla figlia di 8 anni: dopo anni di latitanza dovrà scontare 15 anni in carcere

Sophie O'Farrell e Louise Birch
di Federica Macagnone
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Mercoledì 27 Agosto 2014, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 19:35

Doveva essere un padre e invece mi ha distrutto la vita. Sophie O'Farrell di Waterlooville, in Inghilterra, oggi ha 18 anni e sta cercando in tutti i modi di andare avanti. Ma non è facile. Per un lungo periodo ha visto il patrigno, Christopher Birch, 34 anni, stuprare la madre, Louise Birch, morta nel dicembre 2011, a causa di una grave malattia all'età di 33 anni.

Il suo aguzzino oggi è finalmente in carcere e ci rimarrà per i prossimi 15 anni. Ma fino a qualche tempo fa vagava indisturbato in Spagna dopo essere scappato per non scontare la pena.

Louise aveva incontrato l'uomo, residente a Gosport, alla fine del 2004 e nel dicembre 2005 aveva deciso di sposarlo. Fin da subito erano cominciate le violenze. Ricordando il suo calvario Sophie ha raccontato: «Avevo 8 anni. Il mio letto era contro la parete e confinava con la camera matrimoniale. Un giorno ho sentito mia madre urlare e sono andata di corsa nella sua camera. Quell'uomo era sopra di lei, continuava a violentarla e le teneva una mano sulla bocca. «Stiamo giocando» mi disse. Ero confusa, sapevo che c'era qualcosa che non andava. L'indomani mia madre mi disse che era tutto ok, ma da allora i nostri rapporti cambiarono per sempre. Adesso non si torna più indietro».

Nel 2007 i due si separarono e l'uomo iniziò a mandare a Sophie immagini che mostravano i suoi genitali. «Mi ha disgustato. Era un uomo vile» ha detto la ragazza. Nel 2010 la polizia ha contattato le due donne nel corso di un'indagine su un caso di molestie che coinvolgeva Birch: solo in quell'occasione Sophie e Louise hanno raccontato quello che era successo dentro la loro casa. L'uomo è stato arrestato e rilasciato su cauzione: era accusato di stupro e di aver costretto una bambina ad assistere a un rapporto sessuale. Nel maggio 2011 avrebbe dovuto presentarsi in tribunale, ma di lui si erano perse le tracce.

Louise, gravemente malata, aveva subito un trapianto di rene e le avevano dovuto amputare una gamba: quando morì, nel dicembre 2011, il suo aguzzino era ancora latitante. Intanto il processo continuava e solo nel maggio 2012 si arrivò alla condanna: 15 anni di carcere. A quel punto venne spiccato un mandato di arresto internazionale e solo un mese fa l'uomo è stato individuato dalla polizia spagnola che l'ha spedito in Inghilterra. «Sono felice che sia stata fatta finalmente giustizia – ha detto Sophie – Adesso so dove si trova e posso dormire tranquillamente».

Nel 2005 l'uomo era stato condannato a 180 ore di servizi sociali per oltraggio al pudore e atti osceni in luogo pubblico: si nascondeva dietro ai cespugli con i pantaloni abbassati sbucando improvvisamente quando passavano giovani studentesse. «Non potrò mai sapere se mia madre sapesse che razza di uomo si era messa accanto» ha concluso Sophie.