Vigili malati a Roma a capodanno, Marino non esclude licenziamenti

Vigili malati a Roma a capodanno, Marino non esclude licenziamenti
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Sabato 3 Gennaio 2015, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 09:59

«Non lo escludo. Certamente però in questo momento non posso fare un'affermazione di questo tipo perché bisogna con severità, ma non con astio e risentimento, controllare esattamente quello che è accaduto». Lo ha affermato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, intervenendo a Rai News 24, sull caso dei vigili urbani assenti durante la notte di San Silvestro.

L'Inps intanto è pronto alle verifiche sulle assenze per malattia dei dipendenti pubblici «alla metà del costo di 70 milioni» che hanno a bilancio le Asl.

Lo dicono fonti dell'istituto di previdenza in merito a verifiche sulle assenze per malattia. Ciò avverrebbe, si spiega, grazie all'archivio dei certificati online di cui l'Istituto ha la gestione.

La Uil invece si difende e annuncia: «Pronti a portare nelle aule di Tribunale che ha infangato il Corpo» per «danno gravissimo d'immagine».

I dati diffusi l'altro ieri dal comandante dei «pizzardoni» romani, Raffaele Clemente (83,5% di assenze tra malattia, donazione sangue e altri permessi), hanno innescato una bufera, con il premier Matteo Renzi che ha annunciato per il 2015 il «cambio di regole nel pubblico impiego» per far sì che non si ripetano mai più casi come quello della Capitale. Dura la posizione del ministro Marianna Madia che ha ventilato «azioni disciplinari» per «colpire gli irresponsabili», mentre il Garante per gli Scioperi ha acceso un faro su un sospettosciopero selvaggio con possibili sanzioni «fino a 50 mila euro».

Sul fronte interno al Campidoglio, l'amministrazione comunale ha affidato al vicecomandante dei vigili la guida di un'indagine interna per capire cosa sia successo il 31 dicembre. Solo una volta avuti gli esiti, potrà muoversi anche la Procura (dove ieri Clemente ha incontrato il procuratore aggiunto Maria Monteleone) per intraprendere eventuali procedimenti penali.

Nel frattempo il sindaco Ignazio Marino tuona contro le «assenze ingiustificate ed ingiustificabili», invitando i responsabili a «rendere conto» e non esclude licenziamenti.

Dal canto loro, i caschi bianchi difendono a spada tratta le proprie ragioni e si preparano al primo sciopero della categoria nella storia di Roma, anche se Cgil, Cisl e Uil sottolineano di non aver «in nessun modo dato indicazioni ai lavoratori difformi da quanto previsto dalle norme, contratti e regolamenti». «Non siamo né fannulloni, né ladri», sottolineano gli agenti, spiegando - in molti casi - di non aver fatto lo straordinario «per protesta».

Insomma a Roma la tensione è alle stelle, frutto di frizioni che fin dal suo insediamento, ad ottobre 2013, hanno accompagnato il comandante dei vigili urbani Clemente e gli agenti del corpo di polizia locale. Il fantasma dello sciopero aleggiava sul Campidoglio già dallo scorso ottobre, dopo innumerevoli assemblee indette dai caschi bianchi. L'ultima era in programma proprio il 31 dicembre, nella notte dell'«epidemia» - come l'hanno soprannominata in molti - ma solo una lettera della commissione scioperi ne ha scongiurato l'indizione.

A far esplodere la protesta non c'è solo lo scontro sul salario accessorio (che prevede, in alcuni casi, il taglio di indennità ritenute obsolete), ma anche il piano anti-corruzione voluto dal comandante Clemente che prevede la rotazione obbligatoria dei vigili sul territorio. Loro non ci stanno al «clima poliziesco di intimidazione» e si preparano a scendere in piazza, quando mancano una manciata di giorni all'Epifania e all'attesissimo derby della Capitale.

Il garante gli scioperi apre intanto un procedimento dopo le massicce assenze dei vigili urbani di Roma. Lo rende noto la stessa Autorità di garanzia per gli scioperi, annunciando che «aprirà un procedimento di valutazione, con riferimento alle massicce assenze dei vigili urbani di Roma la notte di Capodanno». «Se il comportamento posto in essere dai vigili urbani si traduce in uno sciopero selvaggio, le sanzioni sono quelle previste dalla legge: si va da un minimo di 2.500 euro a un massimo di 50.000 euro», ha poi precisato al Tg2 Roberto Alesse, Garante per gli scioperi.

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