Vigili assenteisti a Roma, il Comune: «Pronti a licenziare»

Vigili assenteisti a Roma, il Comune: «Pronti a licenziare»
di Fabio Rossi
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Sabato 3 Gennaio 2015, 05:59 - Ultimo aggiornamento: 11:15
In Campidoglio lo dicono senza mezzi termini: «Se saranno accertati abusi, siamo pronti anche a licenziare i responsabili». La ferita di Capodanno - con l'83 per cento di vigili urbani assenti per motivazioni che vanno dalla malattia alla donazione di sangue - non si riemarginerà facilmente. Ieri il comandante della polizia municipale, Raffaele Clemente, ha assegnato alla sua vice Raffaella Modafferi di procedere con un'indagine interna, «da chiudere nel più breve tempo possibile» per tentare di scoprire i furbetti di San Silvestro. L'inchiesta dovrà valutare «le reali dinamiche delle assenze e le posizioni soggettive di ogni singolo dipendente» per poi riferire a magistratura e organi amministrativi. Se saranno riscontrati profili penali, la palla passerà quindi alla Procura. «Chi ha provato con assenze ingiustificate e ingiustificabili a far saltare tutto ne deve rendere conto», tuona Ignazio Marino. Ieri Clemente ha incontrato il procuratore aggiunto Maria Monteleone: a piazzale Clodio attendono i risultati dell'indagine interna per decidere se aprire un fascicolo e con quali ipotesi di reato. Ai pm arriverà anche un esposto del Codacons: «Stiamo studiando le possibili azioni legali contro gli agenti responsabili delle assenze di massa l'ultimo dell'anno», annuncia il presidente Carlo Rienzi.



I CERTIFICATI

Punto focale degli accertamenti sul caso Capodanno sono i tanti certificati firmati dai medici proprio a ridosso dei botti di fine anno. Ma qui c'è anche il vero punto debole delle diverse inchieste: per una serie di motivi, in gran parte logistici, non sono state ordinate le visite fiscali a carico dei vigili assenti per malattia. Circostanza, questa, che rende molto più difficile accertare ex post eventuali abusi. Ma sull'ipotesi di uno sciopero selvaggio della polizia municipale romana ha puntato il faro anche l'Autorità di garanzia sugli scioperi. L'Authority, spiega il presidente Roberto Alesse, «non esiterà ad adottare le sanzioni» in caso di «un nesso causale tra la mobilitazione dei sindacati» e le assenze «per malattia». E non si tratta di roba di poco conto: «Le sanzioni sono quelle previste dalla legge - dice Alesse - Si va da un minimo di 2.500 a un massimo di 50 mila euro».



«Ho il massimo rispetto per il diritto di sciopero, ma non si può portare la protesta fino a questo punto nel pubblico - sottolinea il vice sindaco della capitale Luigi Nieri - c'è stata mancanza di responsabilità da parte di alcuni: ogni possibile azione disciplinare sarà applicata».



I SINDACATI

Messi sotto accusa, i vigili urbani tentano di uscire dall'angolo ribaltando le responsabilità sull'amministrazione comunale: le responsabilità «vanno ricercate a 360 gradi e gli abusi se accertati, puniti», affondano i sindacati. «Ci sarà un crescendo di proteste - dice Francesco Croce della Uil - che arriverà al primo sciopero di categoria della storia di Roma». E Gabriele De Bella (Fiadel) suggerisce al sindaco «di fare come Petroselli: vada insieme al comando del corpo sui posti di lavoro dei vigili urbani e spieghi quello che vuole da loro». La politica capitolina, come sempre, si divide: «La macchina amministrativa del Comune di Roma non ha mai brillato per efficienza - argomenta Alfio Marchini - va ripensato il modo di far lavorare oltre 50 mila dipendenti del Campidoglio e delle aziende municipalizzate romane». Per Fabrizio Ghera (Fdi-An) «nessuno vuole difendere gli assenteisti, ma è evidente che il problema riguarda i vertici del Campidoglio, che in quasi due anni non hanno mai aperto un dialogo con la categoria». Dalla parte dei vigili si schiera Potito Salatto (Popolari per l'Italia): «La politica repressiva non ha mai portato nulla di buono, soprattutto per chi la mette in atto». E Francesco Storace twitta: «Sono stufi di essere pagati male, solo tagli. Si chiama protesta, cari compagni»