Vigili assenti a Roma a Capodanno, replica dei sindacati

Vigili assenti a Roma a Capodanno, replica dei sindacati
di Riccardo Tagliapietra
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Venerdì 2 Gennaio 2015, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 13:05
Nessuna prospettiva progettuale, totale assenza di una direzione politica gestionale del Corpo. I vigili non ci stanno e vanno all’attacco dichiarandosi pronti a nuovi scioperi. Stigmatizzano quanto accaduto a Capodanno e pretendono si faccia chiarezza sulla vicenda.

La triplice. «È grave l’atteggiamento del comandante Raffaele Clemente - accusa Giancarlo Cosentino della Cisl, assieme al collega Marco D’Emilia (Cgil) e Francesco Croce (Uil) - che a richieste urgenti di incontro avanzate poco prima di Capodanno non ha ritenuto di dover attivare le misure indispensabili per organizzare al meglio il delicato servizio ai cittadini».



Clemente in Procura. Un’accusa pesante della Triplice, arrivata proprio mentre il comdandante della polizia locale Raffaele Clemente, stava in Procura per incontrare il procuratore aggiunto Maria Monteleone e per fare il punto della situazione. Il pm avrebbe chieso al comandante una informativa su quanto sarà accertato dall’indagine interna per poi valutare se ci siano eventuali iniziative da adottare.



Ospol. Ieri il presidente nazionale dell'Ospol Luigi Marucci ha aggiunto.
«Clemente emette la sua sentenza sulle assenze dal servizio di una parte del personale della Polizia Locale ritenendolo un “fatto doloso”, una diserzione dalle trincee, ovvero, un reato di falso commesso volutamente. Si tratta di una accusa gravissima perché anticipa abusivamente ed illegalmente quelli che potranno essere gli esiti dell’inchiesta giudiziaria. Secondo lo Statuto dei Lavoratori, invece, l’operato di tutti coloro che hanno concorso a creare un clima poliziesco di intimidazione, di terrorismo psicologico e attacco alle libertà sindacali si sono resi responsabili di condotta antisindacale per cui l’Ospol ha proposto che venga promossa urgentemente una interrogazione parlamentare per un caso di violazione dei Diritti e delle Leggi che non ha precedenti.
Non è così che si governa una Città
».



L'Ugl.
«Il Corpo della Polizia Locale è ridotto a circa 6.000 agenti, su una pianta organica di oltre 9.000 previsti per legge ed a causa di questo, fino ad oggi s è retto sul ricorso agli straordinari - ribatte Marco Milani coordinatore romano dell'Ugl - Fortunatamente non siamo nell' 800 e per quanto si intenda intervenire sul pubblico impiego, crediamo che che nessuno abbia il potere di costringere il lavoratore a superare le 36 ore settimanali. Più che con fantomatiche minacce di ricorsi alle magistrature competenti, tra l'altro inutili, giacchè non ci risulta essere stata effettuata alcuna visita fiscale ci si dovrebbe interrogare sui motivi che hanno portato la quasi totalità del personale, a non riconoscersi con l'attuale dirigenza del Corpo, fino al chiederne le dimissioni in massa (cosa mai avvenuta in 50 anni di storia), in un assemblea cui hanno partecipato oltre 3000 persone».



Il Sulpm. «Ci volevano questi episodi per far rendere conto a Renzi che esiste un problema Polizia Locale - replica Stefano Giannini del Sulpm - sono anni che chiediamo ai Governi una legge di riforma: oggi siamo considerati come semplici impiegati comunali, alla stessa stregua di chi rilascia i timbri all'anagrafe, ovviamente fatto salvo quando gli serve: come nelle partite di calcio, la notte di Capodanno, per il controllo degli immigrati e per buttare giù le baracche abusive». E aggiunge rivolgendosi a Clemente e Marino: «La gestione della presenza dei vigili la sera del 31 dicembre prevedeva il ricorso a 700 straordinari su base volontaria: venuti meno quelli, il re è rimasto nudo».
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