Tor Sapienza, ancora alta tensione: immigrati minorenni di nuovo trasferiti

Tor Sapienza, ancora alta tensione: immigrati minorenni di nuovo trasferiti
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Venerdì 14 Novembre 2014, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 07:58

Il tentativo di rientrare nel centro di accoglienza di viale Giorgio Morandi effettuato da 25 dei minori trasferiti nella giornata di ieri è durato solo qualche ora. Poi, nel pomeriggio, l'arrivo di Marino che aveva detto che non avrebbe annunciato la sua visita. Il ritorno provvisrio degli emigranti non ha mancato di alimentare di nuovo la tensione. I ragazzi, tornati spontaneamente nella struttura sono stati infatti nuovamente portati via e accompagnati in un centro all'Infernetto. I migranti, visibilmente scoraggiati, sono stati fatti salire su un pulmino con i vetri schermati.

«I minori erano tornati perché vogliono vivere qui, gli adulti resteranno qui nel centro».

Così Gabriella Errico, responsabile del centro di accoglienza di viale Giorgio Morandi, Gabriella Errico, sull'ipotesi di un trasferimento dei migranti adulti.

«Sono tornati, sono tornati» aveva in mattinata dato l'allarme una signora che abita in uno dei palazzi di viale Morandi, davanti al centro di accoglienza degli immigrati di Tor Sapienza, periferia est di Roma. «Sono arrivati a piedi da soli, sono scappati dal posto dove li avevano messi ieri sera, ma lo sapete perchè? Secondo me sono gli operatori che li hanno fatti tornare, perchè se sgombrano il palazzo loro perdono il lavoro, ecco perchè» ha detto infuriata.

«Per noi qui gli immigrati ci possono anche stare, sono gli operatori che se ne devono andare, e fino a quando rimarranno noi continueremo a lottare. Loro sono vittime come lo siamo noi, che siamo abbandonati dalle istituzioni».

Infernetto. «Il caso di Tor Sapienza ci spinge a riflettere e ci insegna tante cose, ma il Campidoglio continua a spostare il fulcro del problema e a ignorare i territori, pur servendosi dei Municipi in caso di necessità. Venticinque minori ospitati nella struttura di accoglienza oggetto di attacchi sono stati trasferiti nel X Municipio, all'Infernetto, dove già sono stati ospitati quindici ragazzi richiedenti asilo politico, sempre inviati dal governo capitolino».Così Emanuela Droghei, assessore al Welfare e alla Salute del X Municipio di Roma Capitale.

«Quando non si presta attenzione alle esigenze dei Municipi e non si costruisce un'adeguata rete di assistenza - continua Droghei - accadono fenomeni come quello di Tor Sapienza e non serve a nulla spostare i giovani da un luogo all'altro. Non si tratta di scaricare le responsabilità; per cultura politica non ci sottrarremo mai alla collaborazione e all'accoglienza, ma i Municipi, e le forze del terzo settore che ogni giorno collaborano insieme, devono essere coinvolti in una sfida più grande verso un'integrazione sociale degna di questo nome e resa possibile da una città aperta e grande come Roma. In questi mesi abbiamo aspettato risposte importanti che non sono mai arrivate. La nostra città e chi la abita non meritano questo atteggiamento. Sulle politiche sociali abbiamo bisogno di un cambio di passo notevole, altrimenti casi come quello di Tor Sapienza continueranno ad essere all'ordine del giorno».

Il Pd romano: «L'assessore Cutini si dimetta». «Chiedo al sindaco Marino di dire all' assessore Cutini di fare un passo in dietro. Nulla di personale contro l'amica Rita Cutini però ci sono chiarissime negligenze». Lo ha detto il responsabile immigrazione del Pd Roma, Khalid Chaouki, durante la direzione del partito centrata sulle vicende di Tor Sapienza. Questa richiesta è stata accolta dagli applausi della sala.

La lettera dei migranti. «Vogliamo dire no alla strada senza uscita a cui porta il razzismo, vogliamo parlare con la gente, confrontarci. Sappiamo bene, perché lo abbiamo vissuto sulla nostra stessa pelle nei nostri Paesi, che la violenza genera solo altra violenza. Vogliamo anche sapere chi è che ha la responsabilità di difenderci? Il Comune di Roma, le autorità italiane, cosa stanno facendo? Speriamo che la polizia arresti e identifichi chi ci tira le bombe. Se qualcuno di noi dovesse morire, chi sarebbe il responsabile?». Così una lettera aperta dei rifugiati del centro di Tor Sapienza, scritta da 35 persone provenienti da diversi paesi.

Il parroco. «Il degrado e l'assenza di sicurezza e non riguarda la comunità di immigrati». A parlare è Don Marco Ridolfo, parroco della chiesa di San Cirillo Alessandrino in viale Morandi a Tor Sapienza. «Ora si parlerà solo di razzismo e basta ma questo è la punta dell'iceberg - dice Don Marco - i problemi sono anche di degrado e scarsa sicurezza: sono legati alla prostituzione, allo spaccio frequente che avviene nella zona, alla scarsa illuminazione. La sera le persone hanno paura a circolare perchè ad esempio le luci sono spesso spente o comunque l'illuminazione non è sufficiente, c'è paura per atti di violenza che non riguardano solo gli immigrati, la situazione di degrado è più grande non riguarda solo la comunità di immigrati».

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