Travolta e uccisa da un furgone a Roma, l'ira dei residenti: «In centro velocità killer»

Travolta e uccisa da un furgone a Roma, l'ira dei residenti: «In centro velocità killer»
di Laura Bogliolo e Luca Lippera
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Mercoledì 26 Agosto 2015, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 16:40

«Dov'è mia figlia? Dov'è? Ma come è potuto succedere? Camminava sul marciapiede, qui si dovrebbe andare a trenta all'ora». Gli occhi pieni di lacrime, si dispera il papà di Elena Fortuna, 59 anni, architetto, travolta e uccisa in via Maria Adelaide da un furgone proveniente da via Ferdinando di Savoia a due passi da piazza del Popolo.

Il veicolo è piombato all'improvviso su cinque colleghi della “Design Duemila” che stavano tornando in ufficio dopo la pausa pranzo: ha abbattuto prima un palo della segnaletica verticale, poi un parapedonale e alla fine ha travolto la vittima e un'altra donna, Claudia, rimasta gravemente ferita. «Stavo pranzando - racconta Fernando, 63 anni, il portiere dello stabile dove ha sede lo studio professionale - Ho sentito un boato e poi le urla.

Sono uscito per strada e ho visto uno spettacolo terribile: due persone sotto il camion, una aveva una gamba straziata. Ma prima o poi doveva succedere: qui corrono tutti come matti». «Sa quante volte ho rischiato di essere investito? - ricorda il portinaio al civico 12 della strada - Guidano come all'autodromo di Monza e c'è pure una lampada dell'illuminazione stradale rotta che nessuno sostituisce nonostante le segnalazioni al Comune».

SICUREZZA

L'autista del furgone parlerà di un malore, i vigili stanno indagando sulle cause dell'incidente. I residenti raccontano di auto che sfrecciano sul Lungotevere, Ponte Regina Margherita, sullo stradone che si affaccia su piazza del Popolo e poi ancora su piazzale Flaminio. «Si può morire così? In pieno centro mentre si cammina su un marciapiede? Qui corrono come pazzi, le strisce pedonali sono fantasmi, logorate dal tempo e manca uno spartitraffico - quasi grida Barbara Cascinari, impiegata in una banca vicina - ogni giorno rischiamo la vita anche solo per attraversare la strada, siamo a ridosso di piazza del popolo e invece qui sembra la Formula Uno».

Morire mentre si torna dalla pausa pranzo, praticamente davanti il portone del proprio ufficio: c'è rabbia, incredulità tra romani e turisti che ieri sono rimasti sotto choc dopo quel boato che ha distrutto per sempre la vita di Elena. Molti passanti si sono offerti di sollevare il furgone sotto il quale erano rimasti i corpi di Elena e Claudia.

SPARTITRAFFICO

«Poteva succedere anche a noi, stavano camminando sul marciapiede» il commento dei primi soccorritori. «Le auto che provengono da Ponte Regina Margherita sfrecciano veloci, dovrebbero creare uno spartitraffico all'incrocio tra via Ferdinando di Savoia e via Maria Adelaide e mettere anche dei parapedonali ovunque visto quello che è successo» dice Maria Bernardi, residente. Sull'asfalto la segnaletica invece è sbiadita.

«FORMULA UNO»

«Dovrebbero mettere il senso unico su via Ferdinando di Savoia, invece sulla via dell'incidente si immettono auto provenienti in entrambe le direzioni e nessuno mai si ferma per far passare i pedoni che attraversano sulle strisce pedonali, ci vorrebbero anche più vigili in strada» aggiunge Adelina che abita nel vicino quartiere Prati da trent'anni.

Choc anche tra i turisti rimasti inorriditi davanti all'orribile scena dell'incidente, a quel boato che ha richiamato tanti passanti.

«Siamo a pochi passi da un'area preziosissima e invece auto e scooter corrono la Formula Uno - dice Viviana Di Capua, presidente Associazione Abitanti Centro Storico - ci vogliono più controlli ma soprattutto deve essere ristabilita la segnaletica orizzontale e verticale».

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