Mafia Capitale, il Riesame: «Panzironi era al servizio dell'organizzazione. A Odevaine denaro continuo dal clan»

Mafia Capitale, il Riesame: «Panzironi era al servizio dell'organizzazione. A Odevaine denaro continuo dal clan»
2 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Gennaio 2015, 15:16 - Ultimo aggiornamento: 18:32

Un indagato spregiudicato «che mette al servizio dell'associazione criminale non solo la propria funzione, ma anche le proprie capacità di influenza sulle dinamiche politico/amministrative ed il proprio personale collegamento con il sindaco Alemanno». Lo scrive il tribunale del riesame circa l'ex ad di Ama Franco Panzironi.

Il collegio competente sulla legittimità delle misure restrittive ha depositato le motivazioni con le quali si è pronunciato sui ricorsi di 11 indagati nell'inchiesta su Mafia Capitale confermando il carcere per Panzironi, Luca Odevaine, Claudio Turella, Cristiano Guarnera, Giuseppe Ietto e Nadia Cerrito, modificando le misure per altri quattro ed annullando quella emessa nei confronti Franco Cancelli.

Circa Panzironi, accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, corruzione e turbativa d'asta, il tribunale del Riesame afferma essere soggetto che «riceve elargizioni continue, quasi una sorta di retribuzione da parte del sodalizio, quale compenso per il mercimonio della sua funzione e di quelle degli altri pubblici ufficiali che in Ama agivano sotto la sua direzione».

Il ruolo di Odevaine «Luca Odevaine mostra di avere in spregio ogni principio di fedeltà e di buona amministrazione che dovrebbe condurre la sua opera», scrivono inoltre i giudici sottolineando che Odevaine ha percepito dal clan Carminati «in maniera continuativa denaro come prezzo della propria opera di funzionario pubblico».

L'ex capo della polizia provinciale di Roma «non prova alcun senso di disagio per i propri comportamenti sconvenienti e riprovevoli che antepongono l'interesse personale e quello degli imprenditori che lo corrompono alle esigenze umanitarie che sono sottese alle decisioni che influenza per la propria funzione al Tavolo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA