Sottolineando che dal referendum greco non verranno conseguenze per l'Italia, Renzi ricorda: «Tre-quattro anni fa eravamo il problema, insieme alla Grecia. Eravamo compagni di sventura. Dicevano sempre Grecia e Italia, Italia e Grecia, Grecia e Italia...ma adesso non è più così. Riforme, ripartenza dell'economia... noi siamo dalla parte di quelli che cercano di risolvere il problema, non siamo il problema. Anche i denari che abbiamo messo da parte per la Grecia già nel computo economico, nel calcolo del debito. Gli italiani - ribadisce - non debbono avere paura. Certo, la questione è politica, la partita è complessa.
Ma l'Italia è un grande paese, smettiamola di raccontare l'Italia come il malato d'Europa. Non siamo più il malato d'Europa».
Poi, parlando della situazione industriale, ha sottolineato: «Gli Italiani quando vedono il figlio che firma un contratto a tutele crescenti sono contenti; ma c'è ancora tanto da fare per esempio per i cinquantenni. I complimenti di Berlino non ci interessano, mentre mi interessano le buone notizie da Caserta, dalla Whirlrpool, dall' Ilva o da Monfalcone. L'Italia sta ripartendo ma c'è ancora troppo da fare, non possiamo pensare che si può festeggiare».
Renzi ha poi continuato: «Le critiche fanno sempre bene, sia quelle esterne che quelle interne; a quelle del mio partito poi sono affezionato. Alcuni imprenditori hanno un pò di mal di pancia, ed hanno espresso delle critiche, ma è tutto utile. Comunque il loro mal di pancia non mi fa venire il mal di testa».
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