Legge elettorale, salta il doppio turno. Renzi avverte: «No al superporcellum». Pressing di Napolitano

Legge elettorale, salta il doppio turno. Renzi avverte: «No al superporcellum». Pressing di Napolitano
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Martedì 12 Novembre 2013, 17:38 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 15:25
Nuova spaccatura sulla legge elettorale.

La Commissione Affari Costituzionali del

Senato ha bocciato l'ordine del giorno di Pd, Sel e Sc che proponeva, tra l'altro, il doppio turno di coalizione. Il documento è stato bocciato con 11 voti a favore, 10 contrari e 5 astenuti. Secondo quanto viene riferito i voti a favore sono quelli di Pd, Sel e Scelta civica; contrari Pdl, Lega e Gal. Si sarebbero, invece, astenuti i 5 Stelle e il Commissario delle Autonomie.



Napolitano. «Ci vorrebbe un briciolo di senso di responsabilità...». Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se avesse ancora un «briciolo di ottimismo» sulla riforma del Porcellum. Comunque, ha aggiunto Napolitano, ancora «non si è gettata la spugna».



«La legge elettorale è materia parlamentare e un decreto, a meno che non sia il Parlamento a

chiederlo, ha dei grandi problemi di ordine sistemico sia in relazione al rapporto tra governo e Parlamento, sia per quanto riguarda i presupposti di necessità e urgenza», ha detto il ministro Gaetano Quagliariello. A chi gli domanda se escluda anche un disegno di legge del governo, il ministro risponde: «Ddl e decreto sono cose diverse. Non chiudo la porta al ddl».



Renzi: no a superporcellum. «Assolutamente sì, prima delle primarie, non so se entro il 20 novembre o la settimana successiva». Così Matteo Renzi su Twitter a chi gli chiede se manterrà l'impegno di una proposta di riforma elettorale entro il 20 novembre.



«La nostra proposta di legge va sotto il nome "sindaco d'Italia", cioè una legge elettorale dove si sa chi ha vinto - spiega Renzi. - Chi deve riformare il sistema di voto non si deve preoccupare di andare dal porcellum al superporcellum al porcellinum. La riforma elettorale deve essere una cosa seria, non una misera occasione per sfangare il giudizio della Corte Costituzionale».



«Il Pd proporrà la sua legge elettorale e sono certo ci siano i numeri in Parlamento per evitare il proporzionale che oggi è legittimazione permanente della larghe intese», iniste poi Renzi.



«Il governo Letta è indipendente dalla scissione o meno di Berlusconi e dalle polemiche nel Pdl. Si è visto un mese fa quando Berlusconi ha provato a far fuori il governo Letta...», dice ancora il sindaco di Firenze. «Il governo Letta faccia e noi daremo una mano», aggiunge.



«Chi pensa che io voglia intervenire sui trattamenti pensionistici punendo chi ha versato contributi per un'intera vita lavorativa o prende pensioni basse sbaglia bersaglio. Quello che io voglio, e chiedo, è che si abbia il coraggio di introdurre una maggiore equità previdenziale. Perché continuo a pensare che sia più equo chiedere un contributo a chi ha avuto di più (grazie a regole troppo generose) anziché a chi ha una pensione da settecento euro al mese», rileva poi il candidatoalla segreteria del Pd in una sezione sul suo sito intitolato "Tutte le balle su Matteo Renzi", tornando sulla polemica innescatasi dopo le sue affermazioni a Servizio Pubblico.



«Ho risposto - spiega ancora il candidato alla segreteria Pd - cercando di spiegare perché secondo me possiamo chiedere a quelli come lui, con una pensione di settemila euro al mese, un piccolo contributo di solidarietà. Conseguenza? Sui social network - ma non solo lì - sono immediatamente iniziati a fiorire i commenti di chi mi accusa di voler tagliare le pensioni, di voler affamare i pensionati, di voler abolire la reversibilità. Sarebbe quasi divertente; se non fosse che si tratta di una questione seria, che tocca direttamente il patto intergenerazionale su cui si regge una società, e che per questo motivo deve essere assolutamente difesa da qualsiasi tipo di strumentalizzazione o lettura grossolana».



«Preferisco essere un segretario che sta in mezzo alla gente, a inaugurare asili e case popolari», osserva infine Renzi rivendicando la volontà di fare contemporaneamente il segretario Pd ed il sindaco di Firenze.