Pd, Romano Prodi diserta le primarie. Polemica sul congresso del Pse a Roma: no dei Popolari

Romano Prodi
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Sabato 9 Novembre 2013, 18:09 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 14:29

Nel Pd si apre il caso romano Prodi. Intanto anche sullo stop al tesseramento e sul caso Cancellieri battaglia nel partito. Con il segretario Guglielmo Epifani che mette i puntini sulle i dopo le ultime uscite del sindaco di Firenze e candidato alle primarie Matteo Renzi.

«Sono situazioni del tutto fisiologiche, credo che lo stop del tesseramento fosse un atto giusto», ha detto Guglielmo Epifani aggiungendo però che «per il futuro dovremmo lavorare perchP quando parte un congresso di base la platea la si conosca prima». Epifani ha parlato a Milano ad una riunione pubblica con il candidato alla segreteria Gianni Cuperlo.

Il caso Cancellieri. «In questa fase mi sono dato la regola di non entrare in discussione con i candidati: per quello che mi riguarda penso che abbiamo agito correttamente», ha detto Epifani rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano delle critiche di Matteo Renzi sul caso Cancellieri. A Servizio Pubblico il sindaco di Firenze e candidato alle primarie del Partito aveva sottolineato: «Credo sia inaccettabile che sia andata così. Se fossi stato il segretario del Pd non avrei difeso la Cancellieri e credo avrebbe fatto un favore al Paese se si fosse dimessa».

Il monito del segretario. «Non ci deve essere un partito di esterni contrapposto a un partito di iscritti, abbiamo bisogno di tutti», ha sottolineato Epifani. «Non è questione se leggero o pesante - ha aggiunto - anche un partito leggero, inclusivo, aperto a tutti coloro che cercano una guida, ha bisogno di alcuni vincoli fondamentali di cui non possiamo fare a meno». Per Epifani «i congressi sono andati bene, c'è stata una buona partecipazione di votanti. Abbiamo avuto alcuni casi in cui ci sono state esagerazioni delle iscrizioni, su cui stiamo intervenendo». Ma il segretario del Pd ha chiesto anche di riconoscere che «abbiamo eletto il 95% dei segretari provinciali tutti nuovi, quasi tutti giovani, 20 donne». Dunque, ha continuato Epifani, «dobbiamo evitare che quello che si è prodotto in qualche federazione dia l'immagine di un congresso che invece non è quello che c'è stato». Ora, ha concluso il segretario del Pd guardando alle primarie che sceglieranno il suo successore, «mi aspetto che i quattro candidati siano in condizione, per loro ma soprattutto per il paese, di mettere in chiaro i punti programmatici che li differenziano, di modo che questa fase del congresso sia un confronto fra persone ma anche fra programmi e idee». «In questo mese succederà di tutto, la legge di Stabilità, il voto sulla decadenza di Berlusconi e la scelta del nuovo segretario: dobbiamo fare uno sforzo attraverso i nostri candidati e usare questo mese per parlare al paese di temi concreti», ha aggiunto.

Romano Prodi si defila. «Non voterò alle primarie: non per polemica, ma ho deciso di ritirarmi dalla vita politica. Non sono un uomo qualunque, se voto alle primarie devo dire per chi, come e in che modo», ha detto Romano Prodi, a proposito delle primarie del Pd del prossimo 8 dicembre. L'ex premier ha confermato, in un'intervista a TeleReggio a margine dell'inaugurazione della nuova sede della tv di Reggio Emilia, che, come aveva annunciato, non è andato al proprio circolo a ritirare la tessera del Pd. A proposito delle primarie, ha detto Prodi, «mi auguro che in tanti vadano a votare, però io credo che sia un bene ormai, avendo fatto un passo indietro, che mi mantenga nella mia coerente posizione».

Il sindaco di Firenze. Nella mozione «ci sono le idee che vorremmo realizzare con il Pd di domani. Per adesso difendo ovunque, anche sulla stampa e in tv, il PD di oggi», scrive Matteo Renzi nella lettera agli iscritti Pd. Chi «spara nel mucchio dicendo che ci sono casi anomali nel tesseramento dovrebbe fare nomi e cognomi - dice - Altrimenti diamo l'impressione che 370 mila persone che vanno a votare sono 370 mila imbroglioni. Non è così. Se ci sono imbroglioni, si prendono e si cacciano. Non si fa di tutta l'erba un fascio». «Il Partito Democratico è oggi l'unica vera grande speranza perchè questo cambiamento sia radicale, serio, profondo. Tocca a noi, nessuno si tiri indietro», sottolinea. «Mi sono candidato perchè vorrei che questa comunità di donne e uomini, che questo popolo sconfitto alle ultime elezioni, che questo gruppo di cittadini provasse finalmente a vincere per cambiare finalmente l'Italia. Senza gli intrighi del passato, dove, quando abbiamo vinto, abbiamo mandato a casa i nostri leader, senza l'esasperata guerra di correnti:», aggiunge. «Questo discorso vale innanzitutto per chi si professa 'renziano'». «Aspetto tutti domenica 8 dicembre alle primarie. Molti ironizzano sul fatto che noi facciamo le primarie, sui nostri confronti e talvolta anche sui nostri scontri. Ma noi siamo gli unici in Italia che invitano centinaia di migliaia di persone a uscire di casa e mettersi in gioco. A provarci davvero. A essere cittadini, non solo utenti», continua il sindaco di Firenze. «Giochiamo a carte scoperte, noi. Perchè ce lo possiamo permettere: siamo un Partito Democratico, di nome e di fatto».

Polemica sul congresso Pse a Roma.«Fra fine febbraio e marzo» il Pd organizzerà a Roma per la prima volta il congresso del Partito socialista europeo. Ed è «un segno di appartenenza che dice quali sono le nostre radici e i nostri legami», ha inoltre annunciato il segretario del Pd, Guglielmo Epifani. E anche questo annuncio ha aperto un fronte di contestazione nel Partito. Come quello di Giuseppe Fioroni che lo giudica «un blitz pericoloso e grave», con cui «viene meno l'atto fondativo del Pd» che escludeva l'adesione al Pse. In questo modo, aggiunge, in un tweet, «lo scioglimento della Margherita è annullato di fatto». L'organizzazione del congresso dei socialisti europei, sostiene l'esponente dei popolari, «non è nella disponibilità del Pd. Si tratta di un atto grave che muta geneticamente il Pd. Riflettete prima di farlo - dice Fioroni in un altro tweet - è un blitz pericoloso e grave che annulla il partito di centrosinistra per diventare la sinistra. Un errore gravissimo».

Cuperlo. «È mia convinzione profonda che non si possa fare questo lavoro mentre fai un'altra cosa», dice intanto Gianni Cuperlo a Milano, parlando della segreteria del Pd. «Se ti candidi a cambiare tutto, nella sinistra e nel paese, non lo fai come secondo lavoro nei ritagli di tempo», ha aggiunto spiegando poi che «una politica senza simboli e senza anima si riduce alla tecnica. Che è cosa interessante ma non è politica. Questo simbolo del Pd è nostro, di tutti noi». «Noi non siamo nati per correggere la sintassi della destra. Noi non siamo il volto buono della destra. Noi siamo la sinistra», ha aggiunto. «Questo congresso riguarda la sfida non solo per le prossime elezioni, che vinceremo, ne sono convinto, ma per i prossimi anni e le prossime generazioni», ha sottolineato. «Non basta un leader solitario contro un leader solitario, dobbiamo battere la destra e sconfiggerla in tutte le sue pieghe, dicendo ai ragazzi venite di qua perchè questa è la parte giusta». «Noi - ha aggiunto - non possiamo piacere a tutti, ma parlare e rappresentare la maggioranza offesa dai pochi che contano. Per questo serve un partito». Cuperlo ha detto che «conta la concretezza» in senso gramsciano. «Nessuno di noi, vi prego di credermi, nessuno vuole un Pd più piccolo e ortodosso. Lo vogliamo più aperto, largo e inclusivo»

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