E chiede condanne severe al termine di un'istruttoria durata quasi due anni: cinque anni per Silvio Berlusconi, indicato come regista e beneficiario dell'operazione, e quattro anni e quattro mesi per il presunto faccendiere Valter Lavitola, indicato come intermediario, come uomo del lavoro sporco.
Ma al di là della richiesta di condanna, c'è una convinzione di fondo da parte della Procura di Napoli: il caso De Gregorio non è stato l'unico - spiega Piscitelli, facendo leva su una convinzione personale -: non siamo stati in grado noi di accertare altri episodi analoghi, ma sono convinto che ce ne sono stati altri.
La misura della iniziativa non era circoscritta o estemporanea, ma ampia e organizzata diretta a sovvertire l'ordine democratico. In mattinata, era toccato al pm Alessandro Milita ricostruire la fase genetica dell'inchiesta.
Il pm ha parlato di una delle pagine peggiori della nostra democrazia e di una delle ipotesi peggiori che si possono fare, destinata ad entrare nei libri di storia. Inchiesta condotta in questi anni anche dai pm Vanorio e Woodcock, che ora attende la replica dei difensori, a partire dai legali di Berlusconi - gli avvocati Cerabona e Ghedini -, con gli avvocati di Forza Italia, i penalisti Coppi e Larosa.
Secondo la Procura di Napoli, Berlusconi avrebbe versato a De Gregorio cinque milioni di euro per indurlo a votare contro la sua ex maggioranza di centrosinistra. A luglio la sentenza.
Berlusconi: «Richiesta che confligge con la realtà». «Una richiesta, quella della Procura di Napoli, che confligge con la realtà e con tutte le risultanze processuali, in linea con la tradizione dei peggiori processi politici», ha dichiarato Berlusconi, «Confido che il Tribunale voglia rapidamente ristabilire la verità dei fatti e pronunciare una sentenza totalmente assolutoria».