C'è un villaggio, in Giappone, dove gli spaventapasseri stanno prendendo il sopravvento sugli esseri umani. E' la cittadina di Nagoro, nel Sud del Paese, dove attualmente si conta un solo essere umano ogni tre spaventapasseri.
E non si tratta del risultato di un piano segreto degli spaventapasseri per dominare il mondo, ma dell'iniziativa - abbastanza inquietante - di Tsukimi Ayano, una signora di 65 anni che attualmente è la più giovane cittadina di Nagoro.
Con la partenza di tutti i giovani per le grandi città e la morte, giorno dopo giorno, degli storici abitanti del villaggio, Nagoro si sta infatti lentamente trasformando in una città fantasma, come molte altre nel Giappone rurale.
Così, nella scuola di Nagoro, chiusa qualche anno fa perché non c'era più alcun bambino a cui insegnare, sono ora gli spaventapasseri a stare seduti tra i banchi, e ancora gli spaventapasseri a «salire» in cattedra. I fantocci popolano le strade, «aspettano» l'autobus alla fermata, stanno seduti fuori dai negozi a guardare la (poca) gente rimasta passare.
Un modo per combattere la solitudine secondo Tsukimi, che ha iniziato confezionando un paio di spaventapasseri per allontanare gli uccelli dal proprio orto. E poi non si è più fermata, sostituendo mano a mano con gli spaventapasseri i vicini che partivano o morivano. «Mi ricordano i bei tempi andati, quando Nagoro era una ridente cittadina e le persone che conoscevo erano vive e stavano bene - spiega la donna - Vedete quella vecchietta? Veniva a casa mia a prendere il tè e chiacchierare. E quel signore beveva saké e raccontava storie».
Ogni spaventapasseri ha la sua collocazione e la sua espressione unica. A volte, Tsukimi ne porta qualcuno con sè per tenerle compagnia quando va a fare la spesa, guidando per 90 minuti fino all'alimentari più vicino. Ma la maggior parte di loro rimane imperterrita nella posizione nella quale è stato creato, facendosi fotografare da turisti e curiosi. «Se non ci fossero i miei spaventapasseri, nessuno si fermerebbe più a Nagoro - spiega un'orgogliosa Tsukimi - invece così ogni tanto vedo anche qualche turista».