Lee ha spiegato di essere tornato in cabina e che il terzo ufficiale, al timone al momento dell' incidente, ha operato la brusca virata - che potrebbe secondo gli investigatori essere all'origine del naufragio - senza però aver prima rallentato. Il timoniere, dal canto suo, ha confermato che il timone è stato «girato più velocemente del solito», in base a quanto riferito dalla tv pubblica Kbs. Il capitano ha detto inoltre che non sapeva cosa stesse succedendo e ha raccontato di aver sentito un boato che suggeriva lo scontro con il fondale roccioso. Quanto alla fuga, si è giustificato di essere stato preso dal panico dopo aver visto le imbarcazioni dei soccorsi vicini alla scafo, non rendendosi conto di essere tra i primi a essere tratto in salvo. Soccorso mercoledì mattina intorno alle 9.50, Lee sarebbe stato trasportato sulla terraferma alle 11.00, prima che la sua nave affondasse del tutto. Il capitano di una nave, come rimarcato dai media sudcoreani, deve prendere le misure necessarie per salvare passeggeri ed equipaggio in caso di emergenza. Con la condotta contraria ai propri doveri, c'è la pena fino a cinque anni di carcere.
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