Bebè down rifiutato dai genitori biologici, il padre fu condannato per pedofilia. La madre surrogata: «Voglio indietro anche la gemellina sana»

Bebè down rifiutato dai genitori biologici, il padre fu condannato per pedofilia. La madre surrogata: «Voglio indietro anche la gemellina sana»
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Martedì 5 Agosto 2014, 18:06 - Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 02:57

Ha alle spalle una condanna per pedofilia ed stato in prigione, il padre biologico del piccolo Gammy, nato da una madre surrogata in Thailandia e abbandonato dai genitori australiani dopo essere nato con sindrome di Down e un disturbo cardiaco.

Lo ha rivelato ieri sera la tv australiana Nine Network, secondo cui la moglie dell'uomo ha riconosciuto che il marito fu condannato nel 1998 per atti osceni con bambine minori di 13 anni e che ha scontato la pena in carcere. La donna ha detto di essere a conoscenza della passata condanna, ma considera ugualmente il marito «una brava persona».

I genitori biologici del piccolo Gammy che ora ha sette mesi, che avevano pagato 15.000 dollari per avere un figlio dalla 21/enne madre surrogata, sono accusati di averlo abbandonato, tornando in Australia solo con la sorellina gemella, nata in buona salute. I due, che non sono stati identificati ma vivono in Australia Occidentale, sostengono di non essere stati a conoscenza del secondo nato.

Stando a quanto raccontato dal padre ai media australiani, il medico della clinica in cui ha partorito la madre thailandese avrebbe detto loro che era nata solo una bambina. Informata di questo da un giornalista australiano, la giovane Pattharamon Chanbua ha reagito con disappunto, dichiarando che aveva perdonato la coppia decidendo di tenere con sè il piccolo, ma di aver cambiato idea e di voler intentare causa per danni.

Ha accusato l'uomo di mentire e lo ha sfidato ad andare in Thailandia e a comparire con lei in televisione. «La verità verrà fuori in pubblico», ha detto. Intanto il governo australiano ha indicato che al piccolo Gammy può essere accordata la cittadinanza australiana. Il ministro dell'Immigrazione Scott Morrison ha definito Pattharamon «un'eroina» e «una santa», ma ammesso «la difficoltà di intervenire in qualcosa che è accaduto nella giurisdizione di un altro paese». Ha tuttavia aggiunto che «il bambino potrebbe avere diritto alla cittadinanza australiana».

La madre surrogata: «Voglio anche la gemellina sana». La madre surrogata thailandese del bebè Down rifiutato dai genitori biologici australiani chiede ora la «restituzione» anche della gemellina nata sana, e portata a casa dalla coppia.

La donna, Pattaramon Chanbua, ha espresso la sua richiesta durante un'intervista a una tv australiana, dopo aver appreso della condanna per pedofilia contro il padre biologico risalente al 1998. «Sono scioccata dopo aver sentito questa storia», ha detto alla tv online Fairfax Media la donna che si è tenuta il piccolo Gammy (sette mesi), che soffre della sindrome di Down e di una malformazione cardiaca congenita ed è ora ricoverato in ospedale per un'infezione polmonare.

«Sono molto preoccupata per la mia bambina, mi serve l'aiuto di chiunque me la possa riportare il prima possibile. Mi prenderò cura di entrambi i miei gemelli», ha aggiunto. Assieme al marito, Pattaramon ha già altri due figli piccoli (di sei e tre anni). La donna, che gestisce un piccolo ristorantino di strada a Chonburi (90 km da Bangkok), ha accettato di fare da madre surrogata perchè gravata da diversi debiti. La campagna online «Hope for Gammy» ha raccolto oltre 150 mila euro per le cure necessarie al piccolo.

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