Università e studenti, il costo medio di una stanza è 380 euro: Milano la più cara, Roma seconda

Università e studenti, il costo medio di una stanza è 380 euro: Milano la più cara, Roma seconda
3 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Agosto 2014, 17:47 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 21:20
Mentre tanti italiani sono ancora sotto l'ombrellone a godersi gli ultimi giorni di ferie, per gli studenti universitari 'fuori sede' questo un periodo cruciale per la ricerca dell'alloggio. Secondo le rilevazioni dell'Ufficio Studi di Immobiliare.it, la crisi economica non ha fatto calare di molto i prezzi degli affitti: l'indagine, realizzata prendendo in considerazione l'offerta di stanze sul portale nelle 15 città italiane con la maggior presenza di studenti fuori sede, ha rivelato che la richiesta media ammonta a 380 euro per una stanza singola e a 280 per un posto letto in doppia.



Nel dettaglio, è Milano a detenere lo scettro di città universitaria più cara d'Italia: la richiesta media per una stanza singola qui è pari a 480 euro, praticamente il 26% in più della media nazionale, mentre per la doppia si spendono 320 euro. Numeri molto elevati, questi, che crescono ancora se si sceglie di alloggiare nelle zone più centrali o comunque comode per raggiungere le principali università milanesi: in zona centro storico, ad esempio, la richiesta media supera i 590 euro al mese.



Seconda in classifica per i prezzi è Roma, dove la maggiore estensione territoriale contribuisce a far abbassare la somma media richiesta: 410 euro al mese per una singola e 300 per una doppia. Ma, anche in questo caso, la prossimità al centro storico della Capitale fa lievitare i prezzi a oltre 500 euro. A seguire, le città con i prezzi degli affitti più elevati sono tradizionali destinazioni degli universitari italiani, ma anche di tanti stranieri: Firenze (360 euro per la singola, 260 per il posto in doppia), Bologna (330 per una stanza singola, 240 per la doppia) e Torino (320 euro per la singola, 220 per il posto in una stanza condivisa).



Si risparmia al Sud, con prezzi medi per la singola sotto i 200 euro a Catania e Palermo. La differenza di prezzo dell'offerta è strettamente connessa alle attrattive che le diverse città hanno non solo per gli studenti, ma anche per i giovani lavoratori. È con loro, infatti, che matricole e non devono «contendersi» le stanze disponibili: milioni di persone, spesso precarie, che guadagnano troppo poco per potersi permettere un alloggio per conto loro sempre più spesso ormai vivono in condivisione. Fenomeno questo, che fa lievitare la domanda di questa tipologia di affitto nelle città più produttive del Paese. Un altro fattore che emerge dall'indagine riguarda il proprietario dell'immobile: il 14% dell'offerta presente su Immobiliare.it vede tra gli inquilini anche il padrone di casa. Fenomeno recente, quello degli affitti parziali sembra ormai una realtà consolidata nel mercato immobiliare italiano.



«Un risparmio del 10-15% sull'affitto annuale di un appartamento o di una stanza per gli studenti universitari». Grazie ad Agenzia UNI, gestita direttamente dal Comune di Milano, proprietari e giovani non pagano i diritti di agenzia che equivalgono circa ad una mensilità. È quanto rende noto in un comunicato Palazzo Marino. Agenzia UNI - spiega il Comune - è nata nel 2009. Tra i suoi compiti quello di far incontrare domanda e offerta di alloggi creando un database qualificato di appartamenti divisi per zona e ampiezza: ad oggi sono 2.900 (nel 2012 erano circa 1.000) di cui circa 600 ancora disponibili. «Il servizio gratuito offerto da Agenzia UNI - afferma l'assessore all'Università e Ricerca Cristina Tajani - è un aiuto concreto per gli studenti e per i proprietari: in cambio di un calmieramento dei prezzi di mercato offriamo un servizio gratuito che consente di risparmiare sull'affitto di un appartamento o di una stanza nel rispetto della legalità». Dei quasi 7.000 studenti e ricercatori che si sono rivolti all'Agenzia UNI il 58% sono italiani mentre il 42% è rappresentato da stranieri tra i quali iraniani (89,2%), spagnoli (6,3%), russi (5%), cinesi e turchi (3,9%), indiani (3,4%) e francesi con il 2,9%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA