Diamanti e politica, gli affari di Mokbel: così il faccendiere voleva infiltrarsi nelle istituzioni

Diamanti e politica, gli affari di Mokbel: così il faccendiere voleva infiltrarsi nelle istituzioni
di Valentina Errante
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Mercoledì 6 Agosto 2014, 23:34 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 16:53
ROMA - Il piano di Gennaro Mokbel era di infiltrare il gotha dell’associazione a delinquere nelle istituzioni, grazie alla ’ndrangheta e attraverso l’elezione a senatore Nicola Di Girolamo.



Ma nelle mille e 800 pagine di motivazioni della sentenza Fastweb Telecom-Sparkle, che ha portato alla condanna tra gli altri di Mokbel a quindici anni di carcere e all’assoluzione di Silvio Scaglia e Stefano Mazzitelli, i vertici delle aziende che ignoravano la truffa, i giudici ripercorrono la frode carosello da 2 miliardi di euro al fisco, il riciclaggio nei diamanti, il ruolo di Silvio Fanella, il ”pupillo” del ”capo”, ucciso un mese fa proprio per il bottino che gli inquirenti non erano riusciti a trovare.



LA POLITICA

Secondo i giudici dalle intercettazioni è «inequivocabilmente scaturito quale fosse lo scopo del capo indiscusso (Mokbel) dell'associazione per delinquere, con tutte le iniziative intraprese per far eleggere il Di Girolamo al Senato della Repubblica: riuscire ad incuneare nel cuore delle istituzioni "un gruppo di potere", "un gruppo ristretto di lusso" e cioè il gotha dell'associazione; e ciò, all'evidente scopo di rafforzare e consolidare la consorteria criminale in questione, anche verosimilmente in vista di un ampliamento dei settori d'intervento e di nuovi ed altrettanto lucrosi affari illeciti da poter concludere». Di Girolamo era un perfetto sconosciuto, scrivono gli inquirenti, e affidarsi a «mezzi leciti di propaganda» significava rischiare il flop, così Mokbel stringe un accordo con Franco Pugliese condannato per fatti di mafia «legato, per oggettive ragioni di contiguità parentale e di affinità, oltre che di residenza territorio» alla cosca 'ndranghetista degli Arena. E a proposito degli strumenti di «persuasione e convincimento», la Corte sottolinea che gli imputati hanno «preteso ed ottenuto la consegna di l.563 schede elettorali, espropriando un elevatissimo numero di elettori calabresi del proprio libero diritto di voto, attraverso la costrizione a consegnare le schede».



I DIAMANTI

I carabinieri del Ros li hanno trovati soltanto un mese fa, dopo l’omicidio di Silvio Fanella, quei 26 milioni di diamanti dei quali si parlava nel processo. Ma l’acquisto è del 2006 e forse prima del 2010, al momento dell’arresto, gli imputati potrebbero avere acquistato altre pietre. Scrivono i giudici nella sentenza: «Mokbel ha certamente diretto l'acquisto di circa 26 milioni di diamanti come comprovato dalle collimanti dichiarazioni». Era il gioielliere e gemmologo Massimo Massoli (condannato a quattro anni con rito abbreviato) ad andare ad Anversa a comprare le pietre per conto del capo. Per quelle pietre che Silvio Fanella, «il ragazzo che il Mokbel conosceva da tempo e che aveva visto crescere» è stato ucciso un mese fa. Per i giudici «era la cinghia di trasmissione fra la parte tecnica e quella finanziaria dell’operazione, ovvero fra la commercializzazione delle schede e la conseguente fatturazione» nell’operazione per la mega frode Fastweb Telecom Sparkle».



LE ASSOLUZIONI

Scrivono i giudici nella sentenza: «Nessun elemento probatorio idoneo è stato acquisito a far ritenere che, sia delle notizie di carattere giudiziario delle società coinvolte, che degli ulteriori intrecci nei rapporti societari fosse a conoscenza la dirigenza Fastweb». Silvio Scaglia, ad Fastweb, e Stefano Mazzitelli ex amministratore delegato di Telecom Sparkle, erano accusati di avere approvato le operazioni fittizie dell’associazione per “abbellire i bilanci". Scaglia di avere addirittura «cestinato» la relazione di alcuni consulenti che allertavano sul concreto rischio delle operazioni, ma i giudici bollano come «congetturali» le ipotesi della procura, «smentite dalle emergenze dibattimentali».
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