Selfie a luci rosse, è boom tra gli studenti: l'indagine choc a Roma

Selfie a luci rosse, è boom tra gli studenti: l'indagine choc a Roma
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 21 Maggio 2015, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 15:53
È un mondo sommerso che sfugge al controllo di genitori e professori. Giovani, anzi giovanissimi, chiusi nelle loro stanze, nascosti dai libri e dai quaderni sui banchi di scuola, vivono la loro quotidianità con uno smartphone in mano, sempre connessi a internet. E non usano il web per compiere ricerche o approfondire un argomento scolastico. Sono dati allarmanti quelli elaborati dal Ceis Don Picchi, perché su un campione di 3mila studenti romani, di età compresa tra i sette e i vent'anni, il 30% posta su Facebook e Twitter selfie che li ritraggono in espliciti comportamenti sessuali, mentre il 22% - per lo più studenti delle medie - è già abituato a compiere scommesse sportive on-line.



«A preoccupare maggiormente - dice la vicepresidente del Ceis, Patrizia Saraceno - è la totale inconsapevolezza che pervade questi ragazzi sui potenziali rischi nascosti nell'uso distorto di internet e dei nuovi strumenti di comunicazione con i quali sono cresciuti i giovani nati nel 2000».



Usano il web per conoscersi e per parlare, si scambiano messaggi su whatsapp, mostrando una sempre più crescente difficoltà, invece, nei rapporti interpersonali diretti e reali. L'indagine, presentata in occasione del convegno "Selfie: l'immagine imprigionata e violata dei giovani adolescenti", è inserita nell'ambito della seconda edizione del progetto Pari&Impari che il Ceis, in accordo con Roma Capitale, sta portando avanti in molte scuole di Roma con lo scopo di prevenire l'illegalità minorile.



LE SCUOLE

Quattordici le scuole e gli istituti comprensivi finora impegnati dalla ricerca e sei i quartieri della città posti sotto la lente d'ingrandimento: Torre Angela, Tor Bella Monaca, San Basilio, Tiburtino, Corviale e Magliana. Tuttavia, l'incidenza dell'uso distorto di internet e dei cellulari non invade soltanto quelle zone della città in cui le condizioni socio-economiche sono maggiormente sfavorevoli.



«Molti professori - continua Saraceno - denunciano casi analoghi anche in quartieri centrali, a dimostrazione di quanto il fenomeno sia trasversale e generalizzato».



Del resto, oggi, il 90% degli studenti è connesso al web quotidianamente, mentre il 60% è on-line di notte senza che i genitori se ne accorgano. Una crescita esponenziale e velocissima, resa possibile dai cellulari di ultima generazione. Quegli strumenti che ogni genitore mette in mano al proprio figlio per sapere dove va, quando ritorna a casa, con chi esce, ma che sfugge - diversamente dal computer domestico - al controllo vigile e costante di un adulto.