Boom a teatro, il Don Giovanni
di Preziosi tra i più visti in Italia

Il Don Giovanni con Alessandro Preziosi (Foto Luigi Baglione)
di Antonio Di Muzio
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Domenica 21 Dicembre 2014, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 18:19

L’AQUILA In tempi di crisi in tutti i settori, c’è un’oasi culturale che porta avanti la macchina economica. Finita a Teramo la prima parte della sua tournée, il Don Giovanni di Alessandro Preziosi, coprodotto dal Khora.Teatro e dal Tsa, è stato tra gli spettacoli più visti in Italia. Ben oltre 30mila presenze in 35 repliche iniziate il 31 ottobre. Un successo senza precedenti (quasi mille spettatori a recita) in teatri peraltro anche molto spaziosi e quasi sempre con il sold-out. Lo spettacolo che ha abbassato il sipario a Teramo il 17 dicembre scorso (le foto di Luigi Baglione si riferiscono alla replica teramana) manco a dirlo ha fatto il tutto esaurito e tornerà in Abruzzo il 31 marzo all’auditorium dell’Aquila per la stagione del Tsa per chiudere la tournée. Il Don Giovanni è sicuramente l’opera più ricca (visti gli espedienti tecnici e la bravura degli attori) e matura di Preziosi che è affiancato da un Nando Paone (allievo dei De Filippo a teatro, e interprete nel cinema anche per Matteo Garrone in Reality, premiato a Cannes) in forma strepitosa che duetta verbalmente e fisicamente con il Don Giovanni. Preziosi e gli attori si muovono bene in una complicata e pregevole scenografia di Fabien Iliou (il video mapping per Bulgari) che produce, certo, un teatro 2.0, un po’ fuori dai canoni classici, ma che si lega bene con le peculiarità di Preziosi a suo agio con scene molto cinematografiche ritmate dai Pink Floyd (l’eternità dell’arte da Molière ai maestri del rock strumentale per finire al trip hop britannico) e dai Massive Attack. Preziosi si muove bene sul palcoscenico con la sua maschera cerata (che sa molto del Donald Sutherland del Casanova felliniano) che copre i suoi lineamenti e con una spalla (forse la parola è riduttiva) di altissimo livello qual è Paone. E poi aleggia l’ipocrisia «l’unico vizio dell’uomo che resterà per sempre impunito» dice Don Giovanni. Quanta verità in queste parole pronunciate da un personaggio che brucia di ardore, ma che alla fine l’unico danno che fa è solo quello di lasciare il fido Sganarello senza un soldo. Sembra l’Italia dei nostri tempi e Preziosi è riuscito a riassumere i tanti personaggi meschini che popolano la nostra terra che però, purtroppo, non finiranno mai in cenere.

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