Firmato il Patto per Napoli: è un accordo tra il Governo e il Comune di Napoli che in base all'ultima Finanziaria prevede che lo Stato versi nelle casse comunali circa 1 miliardo e 300 milioni di euro spalmati in 20 anni. È stato siglato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dal sindaco Gaetano Manfredi.
«In questa sala magnifica - dove un tempo sedevano i re angioini e oggi si riunisce il consiglio comunale - è passata la storia di Napoli e di tutto il Mezzogiorno. Una storia che ha portato Napoli a essere nei secoli un punto di riferimento, non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo. A Napoli fu istituita la prima cattedra di economia d'Europa, affidata a Antonio Genovesi. La sua tradizione intellettuale e artistica va da Benedetto Croce a Matilde Serao, da Eduardo De Filippo a Paolo Sorrentino», ha detto il premier durante la presentazione del patto per Napoli.
«Dobbiamo saper investire su chi è stato lasciato ai margini della vita economica. Mi riferisco in particolare alle donne e ai giovani, le cui difficoltà a trovare un lavoro ben pagato sono allo stesso tempo una causa e una conseguenza dei ritardi di crescita del Mezzogiorno». Lo ha detto il premier Mario Draghi durante la presentazione del patto per Napoli. «Il nostro impegno è promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, e dare ai giovani l'opportunità di coltivare i loro sogni nella propria terra, se lo desiderano», ha aggiunto. «Nel 2020, il tasso di occupazione delle donne in età lavorativa era di appena 35,1% al Sud, a fronte del 62% nel Centro-Nord. Nel Mezzogiorno, il tasso di disoccupazione giovanile era del 35% - al Nord del 15% - ha ricordato -. L'assenza di opportunità ha portato a un'emigrazione massiccia: si stima che, tra il 2002 e il 2020, oltre un milione di persone abbia lasciato il Sud, di cui circa il 30% laureate».
«L'obiettivo del piano è colmare i divari territoriali, ormai insopportabili. Il reddito pro capite del Mezzogiorno è infatti poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio».
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«Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina infatti circa il 40%, almeno al 40% delle sue risorse al Sud», ha spiegato. «Il reddito pro capite del Mezzogiorno è infatti poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio. Per far ripartire il processo di convergenza, fermo da quasi 50 anni, dobbiamo superare quegli ostacoli - finanziari, istituzionali, culturali - che hanno frenato Napoli e il Sud in questi decenni», ha aggiunto. «Il Pnrr migliora la connettività di Napoli e di tutto il Sud. Destiniamo 241 milioni di euro al Porto, di cui 150 milioni al prolungamento e al rafforzamento della diga Duca d'Aosta. Completiamo le tratte ferroviarie ad alta velocità Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria. Riduciamo di 80 minuti il tempo di percorrenza tra Salerno e Reggio Calabria e di un'ora e mezza la tratta da Napoli a Bari. Impieghiamo 136 milioni nella zona economica speciale della Campania per migliorare l'efficienza di porti e aree industriali», ha proseguito.